Al via il nuovo tour ‘Autoritratto’ di Renato Zero: sul palco una super band di 11 musicisti

Al via il nuovo tour ‘Autoritratto’ di Renato Zero: sul palco una super band di 11 musicisti

Un inizio che è anche un ritorno.

Scatta questa sera da Firenze la nuova tournée nei palazzetti di Renato Zero, `Autoritratto´, dedicata all’omonimo album uscito a dicembre.

Il primo di sei – di cui cinque sold out – appuntamenti al Mandela Forum (dal 2 al 5 marzo e poi dal 9 al 10), cui seguiranno 8 date nella sua Roma (già due sold out). E proprio il capoluogo toscano conserva un posto particolare nel cuore del cantautore: nel 1973, al Palazzo dei Congressi, portò in scena il primo live di una straordinaria carriera, `No mamma no´. «Sono felice di trovarmi qui, dove ebbi l’opportunità di espandere il mio messaggio musicale e la possibilità di sentirmi professionale, cominciando ad allevare i miei amatissimi sorcini», ha spiegato. «E’ un altro battesimo. A 50 anni di distanza questo palcoscenico è come la mia seconda casa. Questo mi crea pathos e un’accelerazione emotiva». Il minitour nei palazzetti è una nuova occasione per tuffarsi nel rivoluzionario e caleidoscopico universo di Renato Zero. Nella scaletta, accanto ai brani che hanno segnato la sua ultracinquantennale carriera, il cantautore porterà quelli contenuti nell’ultimo album, pubblicato per Tattica e subito balzato ai vertici delle classifiche. Ad affiancare Renato Zero, che ha ideato, scritto e diretto lo spettacolo, una superband composta da 11 musicisti. «E’ un tour che parte all’insegna soprattutto della musica, dalla collaborazione di maestri e di musicisti», ha sottolineato il cantautore. «Abbiamo `aperto la famiglia´ anche a una sezione di fiati».

Uno show più da ascoltare che da guardare, quasi una risposta alla musica «omologata» di oggi: «Quando senti un brano, li hai sentiti tutti. Dobbiamo ricominciare a fare musica con i manovali della musica, vedere finalmente il popolo. E non un computer invisibile che cerca di fare il suo massimo ma ci riesce malamente». Ma al centro della scena non può che esserci sempre lui, Renato, con la sua storia, il suo personaggio, la sua persona. Senza filtri, come sempre.

«E’ un autoritratto – ha sottolineato – che è un po’ il tagliando che ciascuno di noi è tenuto a prendere in considerazione una tantum, diciamo almeno una volta ogni 5 anni. Io ne ho saltati alcuni, preoccupandomi a volte più della produzione. Però ho scritto un po’ di tutto, non mi sono fatto mancare nulla: colorazioni, sfumature, accostamenti. Porto su palco un bagaglio che si fa sempre innovativo». Riletto, in questa occasione, attraverso una chiave dal sapore minimale. L’essenziale in scena. «I miei costumi hanno occupato uno spazio epocale talmente forte che oggi esigo quasi una certa `nudità´ nei miei confronti. Una volta si poteva pensare che paillettes e piume avrebbero aiutato a vendere qualche biglietto e disco in più. Ma sotto le paillettes deve esserci la professione, l’appagamento, la stanchezza bella e sana del fare musica, del non doversi rimproverare nulla».

Lo spettacolo, ha proseguito Zero, «è la risposta nei confronti di quello che sei stato, che hai fatto e possibilmente di quello che potrai fare. L’appariscenza, la ricchezza dei costumi piuttosto che delle scenografie: non è sempre detto che tutto questo sia una chiave più potente rispetto all’one man show di un artista che sta da solo sul palco. Questo spettacolo è forse più minimale rispetto ad altri, non perché offro di meno, ma perché è la sintesi fa parte del processo di maturazione di un uomo e di un artista». Processo che, nonostante gli oltre 50 anni di carriera, ha ancora tanto da dire.

«Siamo qui per stabilire che non vogliamo andare in pensione. A 73 anni suonati, mi permetto ancora qualche passo di danza, di farmi mancare il fiato dopo aver cantato di seguito tre pezzi, di quelli che non ti fanno respirare. L’eccitazione, oggi, è nello stabilire se la mia radiazione calorifera è sufficientemente all’altezza di meritarsi ancora il centro del palco». Considerata la straordinaria risposta del pubblico, composto da persone di ogni età, la risposta è sempre e solo sì. E lo confermano anche le due nuove date all’aperto che seguiranno il tour nei palazzetti, entrambe nel Sud Italia: il 14 giugno all’Arena della Vittoria di Bari e il 21 giugno in piazza del Plebiscito a Napoli. Un affetto, quello tra Renato e la sua gente, che niente sembra scalfire, nemmeno il tempo che inesorabilmente passa. Perché il segreto dell’eterno Renato Zero è l’autenticità. «Le maschere non le indosso più. Io al pubblico devo dare quello che si aspetta da uno come me. La gente si rende conto sei gli tiri un bluff. Io sono ancora presente, mi permetto ancora di fare un tutto esaurito. Ma anche di stare sul palco tre ore, sotto il diluvio. Questo significa essere un artista».

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