Catania, il clan della droga incassava 20 mila euro al giorno: anche un infiltrato nell’operazione ‘Locu’

Catania, il clan della droga incassava 20 mila euro al giorno: anche un infiltrato nell’operazione ‘Locu’

L’operazione antimafia “Locu” (una zona del rione San Cristoforo) ha portato all’arresto questa mattina di 41 persone: 36 sono finite in carcere cinque ai domiciliari.

Gli arrestati sono accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso (clan Cappello-Bonaccorsi), associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, porto e detenzione di armi da fuoco, spaccio di vari tipi di droga (cocaina, crack, marijuana e hashish). I dettagli dell’operazione, coordinata dalla DDA etnea ed eseguita dalla Squadra Mobile- Sezione Antidroga, sono stati illustrati nella mattinata di oggi in una conferenza stampa a cui ha partecipato il Questore Giuseppe Bellassai.

L’attività investigativa, che prende sotto osservazione dal maggio 2020 alla fine del 2022, sviluppatesi con intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche e videoregistrazioni nonche con agenti sotto copoertura,ha consentito di fare luce su un gruppo dedito al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti (cocaina, crack, marijuana e hashish) che, da anni, gestirebbe una grossa “piazza di spaccio” nel rione popolare San Cristoforo, allestita nella zona tradizionalmente chiamata “Locu”, storicamente presidiata da esponenti del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi.

Un’attività di spaccio che avrebbe fruttato oltre 20mila euro al giorno e dove andava via anche un chilo di cocaina in un solo giorno. Nel corso dell’azione investigativa è stato documentato come le cessioni delle sostanze stupefacenti sarebbero avvenute sia in strada sia all’interno di alcune abitazioni gestite dall’organizzazione e stabilmente dedicate all’attività di spaccio. Sono stati, inoltre, accertati centinaia di episodi di cessione di droga anche tramite l’impiego di agenti sotto copertura appositamente inviati dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato. In tal modo, le indagini hanno permesso di ricostruire il gruppo di pusher che, sotto la direzione dei capi promotori dell’associazione criminale – tra i quali figurerebbero Nicola Tomaselli, Salvatore Marino e Francesco Cultraro- si sarebbero alternati sistematicamente, su vari turni orari nell’arco delle giornata, nell’attività di cessione minuta di cocaina e crack allestita all’interno delle case di spaccio site nelle vie Bonfiglio, delle Calcare e Testulla, che sono da considerarsi punti di smercio delle droghe tra i più importanti dell’intero quartiere San Cristoforo.

La “piazza di spaccio” sarebbe stata rifornita di cocaina attraverso tre distinti canali di approvvigionamento: il primo, riconducibile all’articolazione del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi, storicamente dedito alla gestione delle “piazze di spaccio” nel rione popolare San Cristoforo che sarebbe attualmente capeggiata da Domenico Querulo; il secondo, riconducibile ad un’altra frangia del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi i cui vertici sarebbero rappresentati da Rocco Ferrara e Giovanni Agatino Distefano; il terzo, riconducibile al grossista di cocaina Giovanni Orazio Di Grazia, figlio del più noto Orazio Di Grazia esponente del clan mafioso Laudani intesi, a loro volta, “mussi ri ficurinia”). Nel corso dell’attività di indagine sono stati, inoltre, effettuati diversi sequestri di sostanze stupefacenti (complessivamente, oltre 700 gr. di cocaina e 1 kg di marijuana).

Per le vaste ed articolate attività dinamiche sul territorio finalizzate al rintraccio e cattura dei destinatari delle misure cautelari emesse, la Squadra Mobile della Questura di Catania si è avvalsa della collaborazione di omologhi organi investigativi di Siracusa, Agrigento e altre località ed è stata inoltre coadiuvata dal Servizio Centrale Operativo, agendo sotto il diretto coordinamento della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato che ha inviato nel Capoluogo etneo diversi equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine.

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