Catania, parla il neo direttore dello ‘Stabile’ Piazza: “Il Teatro diventi il fiore all’occhiello di questa terra”

Catania, parla il neo direttore dello ‘Stabile’ Piazza: “Il Teatro diventi il fiore all’occhiello di questa terra”

«Radicamento nella tradizione e sguardo al futuro, valorizzazione delle forze attive e delle eccellenze che operano sul territorio per trasformare Catania in un centro propulsore di attività che possano irradiarsi anche in altri città, in altri teatri con al centro sempre la figura dell’attore».

Parla con l’Adnkronos a poche ore dalla nomina a direttore del Teatro Stabile di Catania, Graziano Piazza, nato a Domodossola, ma con origini siciliane. Al momento si tratta solo di alcune linee guida, idee, pensieri che dovranno concretizzarsi in un prossimo futuro in un confronto, come ricorda lo stesso Piazza «con il sindaco della città, con il presidente dello Stabile. Mi piacerebbe – prosegue – che il teatro diventasse il fiore all’occhiello di questa terra. Grandi registi, ma anche grandi attori e soprattutto giovani drammaturghi sempre in rapporto stretto, quasi simbiotico e `formativo´ con il pubblico».

Un ritorno alle origini per Graziano Piazza, che non ha mai dimenticato la sua Sicilia. Ha lavorato al Teatro Antico di Siracusa, al Festival delle Dionisiache di Segesta e recentemente ha curato le masterclass per l’Accademia dell’Istituto nazionale del dramma antico di Siracusa. «Oggi festeggio 41 anni di lavoro – riferisce – e la Sicilia è una terra alla quale mi sento particolarmente legato, ho accettato l’invito alla direzione dello Stabile di Catania come servizio alla mia terra. C’è un senso di appartenenza a questa isola che è quasi fisico, è nel sangue, nel mio dna».

E sul teatro, su una nuova attenzione da parte del Governo, Graziano Piazza spiega ancora: «Penso ci sia il desiderio di porsi di fronte alle nostre richieste e esigenze con assoluta serietà. Il teatro è necessario per ritrovare un dialogo con il pubblico anche attraverso le altre arti, come la musica e la danza, è formazione, pensiero civile e responsabile». Il suo sogno? «Ripartiamo dalla complessità dell’attore, riparliamone, rimettiamolo in discussione, riscopriamolo anche attraverso degli incontri – risponde-. Da Angelo Musco a Turi Ferro partendo dalle passioni che ci guidano anche per migliorare noi stessi. Sempre illuminati dalla tradizione e dal passato, con lo sguardo proiettato verso il futuro».

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