Catania, rettorato occupato dagli studenti e proteste al convegno su disforia di genere: il racconto dell’avv. Litrico

Catania, rettorato occupato dagli studenti e proteste al convegno su disforia di genere: il racconto dell’avv. Litrico

A Catania, un gruppo di studenti ha bloccato ieri un convegno organizzato dall’associazione Scienza e vita occupando il rettorato dell’università di Catania, dove l’iniziativa era in corso, ed esponendo striscioni con la scritta `Fuori la transfobia da UniCt!´. Ai lavori, su `La disforia di genere nei minori e la carriera alias negli istituti scolastici: questioni mediche, antropologiche e giuridiche´, era prevista anche la presenza della senatrice Paola Binetti, di medici e di giuristi.

Dopo la chiusura anticipata del convegno e lo sgombero dell’aula, gli studenti sono rimasti nell’aula magna del rettorato in assemblea permanente, fissando appuntamento pubblico oggi alle 9 davanti al rettorato.
A fare il racconto “in presa diretta” di ciò che è successo è l’avv. Salvatore Litrico, responsabile provinciale del dipartimento Giustizia della Democrazia Cristiana.

Avv. Salvatore Litrico

“Avrei voluto prendere parte al convegno dal titolo “La disforia di genere nei minori e la carriera “alias” negli istituti scolastici: questioni mediche, giuridiche ed antropologiche” che si sarebbe dovuto tenere oggi pomeriggio (ieri ndr.) e domani mattina (oggi ndr.) nell’aula magna del Rettorato con la partecipazione di illustri relatori (docenti universitari di Filosofia morale, di Pediatria generale, di Endocrinologia; professionisti operanti negli ambiti della Psicologia clinica e della Psichiatria), ma purtroppo la presenza massiccia e ben organizzata di una sessantina di persone (alcuni ragazzi e molti no) ne hanno impedito l’inizio, occupando nel vero senso del termine l’aula magna, salendo sulle poltrone e sbandierando striscioni con slogan ostili ed intonando cori da stadio contro i relatori, le associazioni che avevano organizzato il convegno, dando dei fascisti agli uni ed alle altre e persino contestando la presenza dell’Arcivescovo, invitato per i saluti, e qualche sacerdote anch’egli presente; insomma dando chiara ed evidente dimostrazione, con il loro comportamento, di cosa volessero intendere apostrofandoli come fascisti!

Dopo circa due ore di inutili tentativi di richiamo a toni civili e proposte di confronto, “furti” di microfoni per leggere dichiarazioni contro i relatori e le associazioni promotrici dell’evento, nella disarmante inerzia dell’Istituzione (l’Università) che ospitava il convegno, lo stesso è stato sospeso e l’aula magna lasciata all’occupazione dei contestatori che hanno poi esposto le loro lenzuola anche fuori dalle finestre che affacciano su piazza Università.

“Infiltrato” tra contestatori ho provato a spiegare loro che, a prescindere dalle contrapposte posizioni, non è condivisibile nessuna forma che impedisca di esprimerle in quanto già di per sè un simile comportamento contraddice quegli ideali di libertà in nome dei quali si avvia la contestazione, ma nessuno dei miei interlocutori sembrava interessato ed anzi mi è stato candidamente confessato che il loro intento era boicottare il convegno e che erano felici di esservi riusciti.

Dal che ho concluso che i veri fascisti sono quelli che accusano gli altri di esserlo, che la democrazia è nelle mani dei (veri) fascisti, che le Istituzioni continuano a tollerare, se non a provocare o rendere possibile, di essere calpestate e strumentalizzate per dare voce a chi, in fin dei conti, rimane pur sempre una sparuta minoranza che tuttavia si erge a maggioranza a causa della solita assenza di chi la pensa diversamente…”.

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