Mafia, il fratello del piccolo Di Matteo: “Brusca libero? Provo amarezza e dolore. Lo Stato ha fallito”

Mafia, il fratello del piccolo Di Matteo: “Brusca libero? Provo amarezza e dolore. Lo Stato ha fallito”

Liberazione di Giovanni Brusca, parla il fratello di Giuseppe Di Matteo: «Lo Stato ha fallito. Quello che ha fatto è imperdonabile»

PALERMO – «Il fine pena mai è stato per mio fratello, per i giudici Falcone e Borsellino, per gli agenti di scorta, per tutti quelli che ha ammazzato. Sono loro i condannati per sempre. Lui, invece, è libero».

Le parole di Nicola Di Matteo, fratello del piccolo Giuseppe, strangolato e sciolto nell’acido nel 1996 su ordine di Giovanni Brusca, riecheggiano come un grido di dolore e rabbia all’indomani della notizia della liberazione dell’ex boss di San Giuseppe Jato.

Brusca, noto esecutore della strage di Capaci e di oltre 150 omicidi, è tornato un uomo libero dopo aver scontato la pena prevista in virtù del suo ruolo di collaboratore di giustizia. Una notizia che ha lasciato senza parole i familiari delle vittime.

«Da fratello penso che sia un attentato allo Stato – dichiara Di Matteo – perché è inaccettabile vedere una persona responsabile di così tanti crimini in mezzo a noi, tra la gente perbene. Certo, rispetto la legge, ma provo solo amarezza e dolore, da 29 anni».

Nicola e Giuseppe erano quasi coetanei, un solo anno di differenza. «Giocavamo insieme, litigavamo e poi tornavamo inseparabili. Eravamo come gemelli». A rendergli insopportabile la scarcerazione è la memoria dell’orrore vissuto dal fratellino. «Lo hanno annientato psicologicamente prima di ucciderlo fisicamente. Ancora oggi mi fermo a pensare al dolore e alla solitudine che deve aver provato».

Il perdono, per lui, è impossibile. «Non lo farò mai. Ho visto mia madre soffrire ogni giorno. Basta nominarlo, Giuseppe, per farle scendere le lacrime. Brusca, invece, le fa impazzire. È una ferita che non si rimargina».

A chi oggi parla di “percorso rieducativo” di Brusca, Nicola risponde con fermezza: «Se davvero ha fatto un percorso, stia lontano da questa terra bellissima e maledetta. Qui ha più nemici che amici. Mi auguro di non incontrarlo mai, ma se accadesse, lo guarderei negli occhi e gli chiederei come si può uccidere un bambino. Neanche gli animali fanno cose simili».

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