Da Parigi a Catania: il ritorno di Iulia Florentina. Dal 17 mostra al Museo Diocesano

Da Parigi a Catania: il ritorno di Iulia Florentina. Dal 17 mostra al Museo Diocesano

Dopo 236 anni torna a Catania la lapide di Iulia Florentina: mostra al Museo Diocesano dal 17 luglio

Da Parigi a Catania: il ritorno di Iulia Florentina. Dal 17 mostra al Museo DiocesanoÈ una testimonianza rara e commovente della fede cristiana delle origini quella che sta per tornare a casa dopo 236 anni. La lapide di Iulia Florentina, bambina vissuta nel III secolo d.C. a Hybla, l’antica Paternò, sarà esposta a Catania dal 17 luglio 2025 al 6 marzo 2026 presso il Museo Diocesano nell’ambito della mostra intitolata “Revelare. AGATA | rivive | IVLIA”.

Rinvenuta nel 1730 nei pressi dell’attuale via Androne, l’epigrafe racconta una storia fuori dal comune: Iulia, morta a 18 mesi, ricevette il battesimo e poi risorse per quattro ore prima di spegnersi nuovamente. I genitori, disperati, avrebbero udito la “Maiestatis vox” – la voce della Maestà divina – che li invitava a non piangere. Per questo fu sepolta a Catania, vicino alle tombe dei martiri cristiani.

La lapide rimase a Catania per 59 anni, prima che l’architetto francese Léon Dufourny la portasse a Parigi, dove fu acquisita dal Museo del Louvre. Lì rimase per oltre due secoli, prevalentemente nei magazzini, salvo brevi esposizioni.

Il ritorno è stato possibile grazie all’impegno di una docente di Storia romana dell’Università di Catania, che ha ripreso un desiderio di monsignor Gaetano Zito, coadiuvata dallo scomparso Dario Palermo. La lapide è stata oggetto di studi interdisciplinari, raccolti nel volume open access “Iulia Florentina e i martiri catanesi”, disponibile sul sito del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Ateneo catanese.

L’iniziativa è promossa dall’Arcidiocesi di Catania, su impulso dell’Arcivescovo mons. Luigi Renna, grazie al contributo della prof.ssa Cristina Soraci, docente di Storia romana e di Storia della Sicilia antica all’Università di Catania, e con il supportodi mons. Antonino La Manna, Vicario per la Cultura, e della direttrice del Museo Diocesano, Grazia Spampinato. Importante anche il contributo dell’Archeoclub d’Italia – sede di Ibla Major e dei Kiwanis Club di Paternò e Catania Est.

La mostra si inserisce nel contesto dell’Anno Giubilare 2025 e celebra un simbolo della spiritualità cristiana delle origini in Sicilia. Un ritorno che è anche un atto di giustizia storica e culturale.

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