Vittoria, sequestro 17enne: rapitori incappucciati con accento locale e nessun riscatto richiesto. Indagini su tre piste

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«<em>Resta il mistero sul movente del sequestro</em>» ammette il procuratore di Ragusa <strong>Francesco Puleio</strong> in conferenza stampa. Il 17enne prelevato giovedì sera davanti casa a <strong>Vittoria</strong>, nel Ragusano, sta bene. Ed è questa la notizia più importante. Il resto, però, rimane un gigantesco punto interrogativo: non solo il movente, ma anche le modalità, a cominciare da quelle del rilascio.
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Il giovane, nella serata di ieri, si è presentato insieme a un conoscente al commissariato di Vittoria. Una circostanza che ha insospettito gli investigatori. «Lo ha trovato un amico del giovane» ha confermato il procuratore Puleio.
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Le indagini della squadra mobile sono ripartite dal racconto della vittima, ascoltata fino alle 3 di notte. Il 17enne ha riferito di essere stato tenuto in auto poco più di cinque minuti e poi condotto in un casolare di campagna, senza però riuscire a identificarne la posizione. I sequestratori erano quattro, sempre incappucciati, e gli hanno dato del cibo. Dopo nemmeno 24 ore è stato liberato.
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Il ragazzo ha raccontato di aver camminato per circa 20 minuti prima di incontrare l’amico che lo ha accompagnato in commissariato. Eppure, pur muovendosi nelle campagne di Vittoria, non è stato in grado di fornire elementi utili per localizzare il covo.
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«È una vicenda con molti punti ancora da chiarire – ha ribadito il procuratore –. Di certo c’è che non c’è stata alcuna richiesta di denaro alla famiglia e che il ragazzo sta bene». Secondo le prime ricostruzioni, il commando era composto da quattro persone a bordo di due auto diverse.
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Da ieri sera è scattata la caccia ai rapitori. I legali della famiglia hanno confermato che le telecamere di via Fava hanno ripreso il momento del sequestro, evidenziando come «sia chiara la fisionomia dei due banditi armati». Sul presunto accento vittoriese dei rapitori la procura non ha confermato né smentito.
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«Siamo convinti che si sia trattato dell’azione di quattro balordi che, vista la reazione immediata delle forze dell’ordine, hanno desistito dal loro piano» hanno concluso i legali della famiglia.
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