Paternò e l’ospedale che “si spegne”: tutta una questione politica o c’è dell’altro?

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L’INTERVENTO. Dopo la riduzione dei posti letto, dei reparti e lo spostamento di personale, abbiamo capito che la volontà dell’ASP e della Regione è una sola: chiudere, chiudere e, comunque, fare in modo che niente funzioni all’Ospedale di Paternò.
Tutto quello che vi è stato temporaneamente lasciato viene abbandonato a se stesso o fatto marcire da solo e senza possibilità che possa tornare funzionante.

Mancano i presidi e i farmaci ma non vengono rimpiazzati, o lo sono con mille difficoltà: una volta svuotate le depositerie continuano a lasciarle vuote. Le apparecchiature del nosocomio quando non sono più funzionanti, ovvero quando vengono a mancare accessori o materiali di consumo, nessuno si cura che siano subito rimpiazzati.

Il personale viene, sempre più spesso, comandato o trasferito altrove e i primari vengono organizzati a reggere i reparti di 2 o 3 presidi ospedalieri in attesa che quello di Paternò chiuda.
I reparti presenti e con problemi di manutenzione o di adeguamento dei locali vengono lasciati in tale stato senza alcun intervento e pensando solo a spostarli o a chiuderli.

La Direzione Sanitaria – ormai è chiaro – appare quasi compiaciuta delle carenze e delle inefficienze che man mano si accumulano. Questo è ciò che stiamo dolorosamente assistendo.
Va pure aggiunto – come se ciò non bastasse – che le deficienze di qualche reparto vengono a volte fatti pesare soltanto ai rispettivi responsabili: intimiditi, talvolta, di andare incontro anche ad azioni disciplinari: ma nulla però che viene fatto per risolvere le stesse o per ripristinare la efficienza e la funzionalità del reparto medesimo. Ci si domanda: Perché si è pensato di chiudere in via definitiva il laboratorio di analisi che non consentirebbe di fare neppure una puntura a Pronto Soccorso? Perché è stato spostato il Centro Trasfusionale a Caltagirone nonostante le quantità di sangue raccolte sono state sempre notevolmente superiori a quelle di quest’ultimo.

Ed ancora: perché si continua a tenere un Direttore Sanitario poco presente senza pensare di sostituirlo e perché non lo si “invoglia” a dare concrete soluzioni alle problematiche dei diversi reparti (ancora operanti) che rischiano di aggravarsi ogni giorno di più e di accentuare il mal funzionamento dell’Ospedale? Se la volontà è questa, allora facciamolo morire pure questo Ospedale!
E’ solo politica o c’è dell’altro?
Appare ormai agli occhi di tutti che qualcuno, o per volontà superiore o per capriccio personale, abbia deciso che si debba arrivare comunque allo smantellamento: ricorrendo di volta in volta ad ogni espediente: ora tralasciando od omettendo i propri adempimenti, ora proponendo sbrigative soluzioni mascherate dal rispetto di norme di diritto.

E’ assai deleterio per una città come Paternò e per i suoi cittadini assistere a questo inglorioso declino del proprio nosocomio. Noi siamo leali e lo confessiamo: siamo diventati impotenti a poter invertire la rotta ormai segnata! Siate leali anche voi: ditecelo chiaramente e senza mezzi termini che l’Ospedale di Paternò va chiuso a tutti i costi: e fatelo presto, anzi subito.
Così nessuno ancora nutrirà speranze. Almeno risparmiateci l’agonia!

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