Dalle risaie del Pavese alle falde dell’Etna: ricordo del Real Carabiniere Angelo Rognoni, morto ventenne ad Adrano

Poco più che ventenne. “Tanto aveva …”, avrà esclamato qualche madre di famiglia, quel fatale suo ultimo giorno del 1905, quando il Real Carabiniere a cavallo, Angelo Rognoni, ebbe la peggio cadendo da Eroe. In Via Martino, nella rurale periferia di Adernò. Medaglia d’Argento al Valor Militare tant’è che il Regio Decreto del 30 luglio 1905 ben scandisce che “insieme a due soldati, coraggiosamente inseguiva alcuni malfattori e, colpito da una fucilata, mentre cadeva vittima del dovere, incuorava i suoi dipendenti con animose parole”. Non altro. Angelo Carlo Luigi Rognoni, ossia, Angelo per i cari amati del suo focolare e per i suoi compagni d’arme, è tutto lì, in quelle non molte ma nitide, energiche e incisive righe. Lì, v’è l’uomo e pure l’Eroe. Due volti in un tutt’uno. La polvere del tempo a cavallo fra le due Grandi Guerre Mondiali e, ancor dopo, quasi volse all’oblio quel suo mausoleo, eretto al camposanto di Adrano per volontà dei suoi commilitoni sul suolo donato dalla Casa Municipale.
Eppure, poiché non v’è e mai ci sarà cripta che possa occultare la Luce d’ogni patrio Eroe, quella polvere è stata soffiata via! E oggi, al Real Carabinere Angelo, che dalle risaie del pavese giunse alle falde dell’Etna, sono intitolate due vie. Una in Adrano, naturalmente e, l’altra, a Dorno (PV), ove crebbe. Oltrepassando quella che è la soglia dell’Associazione Nazionale Carabinieri, Sezione Locale di Adrano, non si può non adocchiare l’insegna marmorea e commemorativa elevata in Sua memoria. Al suo sepolcro, con cadenza annuale, son resi i dovuti onori. E così ancora, anche nelle scuole, il suo nome è stato ben cadenzato e ritmato. Angelo è ancor vivo, dunque. E forse non è mai morto, semmai sol caduto, il che gli dà una deferenza e fa la differenza. Il suo innalzamento dalla polvere dei decenni è stato voluto dall’Associazione Nazionale Carabinieri di Adrano che, nella veste del luogotenente Giuseppe Russo, s’è impegnata incessantemente e per lungo tempo. Anche un libro, a firma dello scrivente e del Maresciallo Sergio Allegra, contribuirà a eternare la sua figura. La sua vita sarà affrescata in maniera narrativa raffigurando l’Adrano al tempo del suo servizio e della Sua caduta e illustrando, così, anche il profilo socio – storico. Si narrerà pure di come Adrano abbia già celebrato Angelo Rognoni e non solo ricordando l’edificazione del suo mausoleo. Ciò che si vuol ricomporre particolarmente è, anche ma non solo, la figura dell’Eroe prima dell’arrivo a Sud dello Stivale facendo riferimento agli usi e ai costumi, alle bellezze naturalistiche e architettoniche, agli aneddoti e alla storia della Sua Dorno. Tracciarne la caratterizzazione è cosa inottenibile non avendo né epistole né un taccuino di memorie, ciò nondimeno, attraverso ben altri documenti, si potrà disegnare un profilo più esaustivo e particolareggiato. Sulla vita dell’Angelo Reale che, dal suo cavallo salpò sul purosangue che conduce e scorta al firmamento, si scava ancora. Dagli archivi del Comune di Dorno, sempre ligio e accorto al Suo concittadino a quelli di Stato e dell’Arma dei Carabinieri. Uno dei documenti grondanti di testimonianze che più affascina e rapisce è il “verbale attestante” il suo “avvenuto assassinio”. Uno spaccato ora socio – storico e ora culturale e solidale assieme. Chi ama saper degli Eroi che hanno tallonato questo nostro Paese, avrà pertanto da leggere, comprendere e scoprire.
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