Ma è vero che il gruppo dei “ferrantiani”, temendo una grandinata elettorale, non presenterà alcun candidato alle prossime elezioni comunali? “No, è vero che al momento non abbiamo ancora alcun candidato. Ma è perché i componenti della coalizione stanno dialogando tra loro”. Enzo Maccarrone, neo presidente del Gal Etna ed ex capogruppo “ferrantiano” in consiglio comunale (dimessosi dopo il “sasizzagate”) chiarisce e corregge una voce che ha preso a circolare ad Adrano. Si intercetta facilmente la soddisfazione personale di essere stato eletto alla guida del Gal Etna, il raggruppamento di comuni che da qui a poco gestirà 10 milioni di euro di fondi europei (5 mln per misure programmatiche FEASR per lo sviluppo rurale e 5 per quello regionale, FESR) destinati a lievitare fino a 16 milioni con l’intervento dei privati. Con i chiari di luna delle casse svuotate che i Comuni conoscono bene, si capisce quanto sia strategico il suo incarico (scadrà a metà del prossimo anno).
“Mi auguro – sottolinea – che tutti i soggetti politici del territorio, il neo deputato Giovanni Bulla per esempio, perseguano lo stesso obiettivo di promuovere il territorio. Si faccia prevalere il buonsenso e l’armonia”.
E’ un appello che sa tanto di voglia di sotterrare l’ascia di guerra, l’amara considerazione che non è servito a nulla, in tutti questi anni, scannarsi l’un l’altro, “ferrantiani” e “mancusiani”. Un ‘mea culpa’ tardivo, a dire il vero, che giunge solo in finale di partita, alla scadenza del secondo mandato quinquennale del sindaco quando l’immagine di una città ridotta allo stremo è sotto gli occhi di tutti.
“Negli ultimi anni – osserva Maccarrone – la politica si è molto personalizzata, anche le battaglie politiche hanno seguito lo stesso corso. Devo dire che abbiamo esagerato in questa contrapposizione, sia gli uni che gli altri. Nella recente tornata elettorale regionale, però, il clima è stato più disteso”.
Disciolta Alternativa popolare, dove si collocherà il gruppo di Ferrante?
In questo momento ci sono nel gruppo diverse anime. L’idea è di fare qualcosa per le prossime amministrative. Dopo lo scioglimento di Alfano c’è stato un rompete le righe. Non c’è ancora una precisa collocazione.
Seguirete Firrarello e Castiglione che stanno cercando ‘casa’?
Non direttamente, magari qualcuno li seguirà. Quella è stata un’esperienza che è durata fino a quando c’era un partito. Venuto a mancare quello, è mancato tutto il resto. E’ avvenuto anche in passato che il gruppo Ferrante abbia preso le distanze dal gruppo di appartenenza.
Quali sono i rapporti tra Firrarello e Ferrante?
Sono i rapporti di due soggetti che fanno politica nel territorio. Le scelte di ciascuno potrebbero essere diverse. E’ una fase molto fluida.
L’attuale coalizione che sostiene Ferrante da chi è formata?
C’è Adrano Attiva, di recente costituzione, il Pd con Adele Trovato e Pietro Mavica, Forza Italia con Paolo Politi e altri soggetti di carattere civico. Ciò a cui si sta lavorando, ed è quasi una realtà, è che la stessa coalizione si presenti come interlocutore per le trattative che riguardano la scelta di un candidato. Ecco perché non c’è ancora un nome. Avanzarlo sin d’ora indispettirebbe gli altri.
Al vostro interno alcune ipotesi di candidature le avete fatte? Provo a suggerirti qualche nome: Tina Di Primo, Teresa Sapia.
Nomi non ne sono stati fatti. Abbiamo semmai fatto i nomi di chi non si vuole presentare. Il mio è tra questi: né come sindaco né al consiglio comunale. E’ una scelta dettata da motivi personali legati al mio lavoro, non c’entra la vicenda di anni fa.
Che voto si dà l’amministrazione per quanto fatto in questi dieci anni?
Questa domanda è sempre oggetto di dibattito tutte le volte che ci riuniamo. I governi nazionali hanno via via impoverito i comuni. Il voto che l’amministrazione si darebbe potrebbe essere il massimo, ma capisco che la gente non la pensa alla stessa maniera. E in qualche modo il risultato alle regionali potrebbe essere un campanello d’allarme. Identificando Tina Di Primo come il candidato dell’amministrazione, i consensi per lei non son andati bene. Questo, però, non ci fa partire sconfitti in partenza.
Qual è stato il limite dell’amministrazione Ferrante in tutti questi anni?
Dovevamo far capire meglio alla gente ciò che abbiamo fatto. In questo senso la comunicazione ha difettato molto, non solo quella legata al sindaco ma anche agli altri ambiti amministrativi.