Ci siamo liberati di Crocetta? Pare di sì. Via dalla Regione per cedere il testimone a Nello Musumeci e bocciato da Renzi in persona per la corsa ad un posto nel Parlamento nazionale, all’ex sindaco di Gela resta con ogni probabilità qualche ospitata residua da Gilletti. Solo che lui “sente” le voci, come Giovanna d’Arco. E queste voci dicono una cosa sola: Crocetta sindaco di Catania. E’ lo stesso ex governatore a parlarne nel corso di una video-intervista data al giornalista Mario Barresi.
“Non è un’idea che ho messo io in campo, – spiega Crocetta – a mia insaputa circola questa voce tra i cittadini. Piaccio spesso al popolo ma non piaccio ai potenti. Ognuno piace a chi vuole piacere. Io preferiscono piacere ai cittadini. Sinceramente non è una cosa che ho valutato e mi coglie di sorpresa”.
Ripresosi dall’inaspettato tam tam che monta in città ‘a furor di popolo’, Crocetta dimostra di avere già le idee chiare nel caso in cui qualcuno volesse mettere mano a questo progetto.
“Penso che il sindaco di Catania – specifica Crocetta – non possa essere più scelto come è stato scelto nel passato. Non può più essere un accordo tra i partiti. Credo ci sia la necessità di fare un progetto civico trasversale e io aiuterò che questo accada”.
La crociata sognata da Crocetta dovrebbe essere, quindi, fuori dai partiti: un candidato del popolo (di cui, in esclusiva, sente le voci).
Nell’intervista, del resto, egli stesso ammette di avere un destino catanese: non solo il nome della madre, Agata, non più tra noi, ma quello che potremmo definire il “Terzo segreto di Saro”, finalmente svelato.
“Tanti episodi – confessa Crocetta – mi legano a Catania, anche misteriosi: li ho tenuti segreti fino a quando ero presidente della Regione. Adesso è giusto raccontarli. Per esempio, quando feci l’incidente a Cassibile…che stavamo morendo, ho avuto un momento di panico e di disperazione.
“A un certo punto – ricorda Crocetta – ho visto l’immagine dell’Immacolata che mi diceva ‘Ma perché ti disperi, vuoi morire disperato? Stai tranquillo’. E poi ci salvammo.
“L’indomani, – continua Rosario Crocetta – accompagnando gli uomini di scorta feriti in ospedale a Catania, alle 6 di mattina sono andato al Duomo per ringraziare la Madonna. Quella mattina la messa si celebrava nell’altare a sinistra dell’altare centrale, lì ho visto che c’è la statua dell’Immacolata, la stessa che mi era apparsa il giorno prima”.