Settimana Santa: il sacro e il profano della nostra Pasqua

L’ho fatto: ho consultato il dizionario. Volevo essere sicura che quello che abbiamo visto, udito, gustato e respirato corrispondesse al senso letterale del termine. Non volevo incomprensioni, men che meno fustigazioni. Vedi alla voce dell’aggettivo profano, leggi tutte le usanze della nostra tradizione pasquale contrarie – definizione impone –
“a quanto attribuibile all’ambito della religione”. Santa Settimana quella che si presenta innanzi!
Trascorsa la Domenica delle Palme tra benedizioni di semplici ramoscelli d’ulivi e arzigogolati intrecci di palme, infatti, iniziano i riti.
La famiglia tutta si riunisce per impastare, stendere, decorare e infornare i biscotti tipici della tradizione. “Cuddura”, “ciciulia” o più semplicemente e realisticamente “acceddi ‘ccu l’ova” sono pronti a spiccare il volo per rallegrare le future banchettate , far mormorare chi li riceve in dono e suscitare invidie tra le panificatrici, oggi più che mai social.
Perché non conta solo quante uova contengono o l’impasto che scelgono ma il messaggio che detengono. E la forma, in questo senso, è tutto. L’astrattismo della prima maniera cede il posto a forme inequivocabili, decori non trascurabili e scatti insuperabili. Obiettivo? Più like sui social network. I commenti tra i vicini  sono ormai preistoria. Quelli contano  solo  il Giovedi’ Santo quando, di fronte ai sepolcri, si aprono diatribe sul miglioramento o peggioramento dello stesso, si generano discussioni sulla bellezza o artisticità dell’allestimento scelto e si disquisisce sui “misteri”(simulacri in pasta di pane raffiguranti gli oggetti dell’agonia di Gesu’,ndr) dalle forme migliori. Tutto sottovoce, ovviamente. Si mormora sempre,  mai si dice apertamente. Guai,poi, a visitarli in numero pari. Vince il dispari e chi, l’indomani, con annessa carrellata di foto sciorina classifiche, snocciola aneddoti e avvisa circa gli orari delle processioni pomeridiane. Da compiersi a digiuno, scalzi ma con evidenti segni di benessere economico e rispettando un ordine di processione tacito ma ascritto. Tutti infervorati tutti.
Cuori palpitanti e lacrime sgorganti fino a che la realtà non si imponga nuovamente, riportando loro nella dimensione terrena per farli sgomitare e litigare circa la quantità di piselli e fave fresche da prendere dai piedi della vara. Benedetti come sono, vuoi che non aiutino la famiglia?
Poi il doveroso silenzio.
Fino alla Santa Messa Pasquale, dove si commentano in anteprima le tendenze della  nuova collezione primavera-estate, si sogna il pranzo pasquale e si agogna di già l’immolazione dell’agnello nella chilometrica brace stanziata in una delle località campestri scelte durante i raid bucolici per l’acquisto  dello stesso.
Tutti pensati tutti: le uova per i vegetariani ed i carciofi arrostiti per i vegani.
Che volete farci: anno dopo anno,  lo spirito è forte ma la carne è debole.

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