Mafia, al processo Ciancio pentito Avola rivela: “Piano per uccidere giornalista”

Un attentato per uccidere il giornalista Andrea Lodato, del quotidiano La Sicilia. A progettarlo era stata negli anni Novanta Cosa nostra catanese “perché aveva parlato male di Benedetto Santapaola”. E’ stato il giorno del pentito Maurizio Avola, oggi teste dell’accusa, davanti alla prima sezione penale di Catania, nel processo per concorso esterno all’associazione mafiosa a carico dell’editore Mario Ciancio Sanfilippo. A dare l’incarico al killer sarebbe stato il nipote del capomafia, Aldo Ercolano, e il suo braccio destro Marcello D’Agata. La missione di morte, però, all’ultimo saltò. La cosca Santapaola “da tempo aveva problemi col giornale che si stava comportando male nei nostri confronti, ci stava dando disturbo”, ha aggiunto il pentito che poco prima aveva definito il direttore un “amico dalla cosca”. Il ‘pentito’ ha anche parlato di un attentato da compiere, tra il 1987 e il 1988 alla Tv privata Telecolor, allora non di proprietà del gruppo Ciancio, che “collegava Santapaola e Ercolano all’omicidio del sindaco Vito Lipari”, ma “dopo un incontro con un dirigente della televisione si chiarì la vicenda e tutto finì”. Si sarebbe, invece, piu’ volte contraddetto, venendo ripreso da difesa e Pm, l’ex reggente del clan dei Laudani Pippo Di Giacomo. Il processo e’ stato aggiornato al 3 luglio con il seguito dell’esame dei pentiti.

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