Rifiuti, la tassa nella bolletta della luce per i Comuni a rischio default: anche Adrano e Randazzo nell’elenco

Comuni in dissesto e in pre-dissesto potrebbero tirare un sospiro di sollievo grazie alla tassa sui rifiuti (Tari) messa nella bolletta della luce. Sarebbe la fine dei professionisti dell’evasione, quelli cioè che non hanno mai scucito un centesimo e che, proprio per questo, hanno provocato l’impoverimento delle casse comunali.

Per il momento l’ipotesi è contenuta in un emendamento della Lega presentato alla Commissione Bilancio del Senato. Della Tari in bolletta, solo per fare un esempio, beneficerebbe il Comune di Adrano che è già in pre-dissesto. Tra le cause del tracollo finanziario c’è l’altissimo numero di evasori, quelli ciò che non si “sognano” di pagare le bollette della spazzatura. Nel vicino comune di Biancavilla, proprio pochi giorni fa, la Corte dei conti ha raccomandato al sindaco di aumentare gli introiti allargando soprattutto la base dei cittadini che pagano i tributi, a partire dalla tassa per la spazzatura.

Tra gli altri Comuni della provincia etnea a rischio default che potranno riscuotere la Tari tramite la bolletta ci sono anche Randazzo, Linguaglossa, Mazzarrone, Riposto, e Tremestieri Etneo. Hanno dichiarato il dissesto, invece, Catania, Giarre, Aci Sant’Antonio, S. M. di di Licodia, Mirabella Imbaccari, Palagonia, Scordia e Vizzini. Molti enti locali, a dire il vero, si sono svenati proprio per far fronte alle spese della gestione dei rifiuti. Qualche giorno fa, il commissario straordinario del Comune di Gela, Rosario Arena, dopo mesi che la città e’ sommersa dai rifiuti, ha proceduto all’aumento del 57% della Tari portando il relativo capitolo di spesa per il 2019 da 7 milioni a 11 milioni. Non solo: il Commissario ha rimosso i funzionari che gestivano il settore sostituendoli con altri funzionari.

ALLA FEDERCOSUMATORI NON PIACE LA TARI IN BOLLETTA

Secondo la Federconsumatori la spesa per la Tari di una famiglia media di 3 persone in un appartamento da 100mq ammonta a circa 319 euro, in lieve flessione dell’1% rispetto all’esborso 2017 (321,96 euro) ma che continua a “pesare notevolmente sui bilanci delle famiglie e che sarebbe improponibile, come prospettato da un emendamento alla manovra, introdurre nella bolletta elettrica con cadenza bimestrale”.

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