Sanità, anche in Sicilia spese ridotte per disagi economici: si rinuncia per risparmiare

Il 79% delle famiglie italiane in un anno ha affrontato spese sanitarie, a fronte del 58% del 2013; alla maggiore frequenza del ricorso a spese private, è associata una riduzione della spesa media effettiva pro-capite (-1,2% rispetto all’anno precedente). E’ quanto emerge dal 14.mo Rapporto Sanità del Crea di Tor Vergata, che mette in luce come nel 2016 il 17,6% delle famiglie residenti – 4,5 milioni – ha cercato di limitare le spese sanitarie per motivi economici, ben 100.000 in più rispetto al 2015, e di queste 1,1 milioni le hanno annullate del tutto. Il Mezzogiorno è l’area geografica più colpita (5,6% delle famiglie), seguita dal Centro (5,1%), dal Nord-Ovest (3%) e dal Nord-Est (2,8%). Il disagio economico per le spese sanitarie, “combinazione di impoverimento per consumi sanitari e ‘nuove’ rinunce per motivi economici, è sofferto dal 5,5% delle famiglie, ed è significativamente superiore nel Sud del Paese (7,9% delle famiglie)”.
Rispetto all’anno precedente si è registrata una riduzione del disagio nelle Regioni del Centro e del Nord ed un sensibile aumento in quelle del Sud (da 8,3% a 8,4%). Calabria, Sicilia e Umbria risultano essere le Regioni con la maggior incidenza di condizioni di disagio: rispettivamente il 12,7%, il 10% e il 9,6% delle famiglie; all’estremo opposto troviamo il Trentino Alto Adige, dove solo il 2,3% delle famiglie residenti sono in condizioni di disagio economico dovuto ai consumi sanitari, e la Lombardia con il 3,1%.

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