Terremoto, ad Adrano e Biancavilla le “chiese delle transenne” e il timore che non riaprano mai

Terremoto, ad Adrano e Biancavilla le “chiese delle transenne” e il timore che non riaprano mai

Chiamiamole “chiese delle transenne”: sono gli edifici di culto che tra Adrano, Biancavilla e S. M. di Licodia sono rimasti seriamente danneggiati dal terremoto del 5 ottobre 2018 e dal sisma di Santo Stefano, pochi mesi dopo. A Biancavilla la Chiesa Madre e la chiesa dell’Idria, ad Adrano la chiesa Madre e quelle di San Francesco e San Pietro. A S. M. di Licodia le chiese di Santa Barbara e Santa Maria del Carmelo. Tutte chiuse, transennate e “incerottate” in attesa di essere ristrutturate. Sono già trascorsi 4 mesi dal primo evento sismico che ne ha decretato l’inagibilità e di certo, finora, c’è soltanto che i fedeli che le frequentano sono stati costretti ad andare in chiese vicine.
In grosse difficoltà le chiese che ospitano comunità religiose, come la Matrice e San Francesco di Adrano e l’Idria di Biancavilla. In alcuni casi s’è fatto ricorso a locali “prestati” o altri edifici di culto vicini a quelli danneggiati.
Se si avanza la domanda scabrosa “Ma quand’è che riapre la chiesa?”, la risposta di tecnici e amministratori gela il sangue. Perché si tratta di una tipica risposta all’italiana: “Boh, non lo sappiamo. Attendiamo risposte”.
Eppure nell’immediatezza del sisma, il vicepremier Di Maio si esibì in uno spettacolare ‘red carpet’ tra Paternò, Biancavilla e Adrano tra gli applausi dei cittadini. Ad Adrano, la passerella si concluse proprio dentro la Chiesa Madre, in quei giorni ancora parzialmente agibile.
Da allora è stato un profluvio di “verificheremo”, “vedremo”, “stiamo aspettando”, che da tempo sono le parole d’ordine della burocrazia lenta e mortale che ha tolto la speranza ai cittadini.
Al netto delle sceneggiate, le “chiese delle transenne” sono ciò che resta davanti agli occhi di noi tutti. Chissà quanti anni ancora dovremo aspettare per vederle riaperte.

 

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