Memorie ritrovate, a Paternò la scuola diventa un museo

La scuola diventa un museo. Un luogo per coltivare le idee, per incontrare la storia, per sperimentare l’innovazione.

Per un mese, un’aula del liceo Francesco De Sanctis di Paternò si trasforma in uno spazio espositivo, per accogliere cinquantacinque reperti – parte di una collezione più ampia – risalenti al VI-III sec. a.C., la cui provenienza è solo ipotetica, forse lo stesso territorio di Paternò, forse la stessa Hybla Major, ma non abbiamo nessuna certezza, solo la consapevolezza che la raccolta era quella di un amatore di cose antiche, colto e innamorato della sua città, Hybla.

I ladri di memoria – i tombaroli – hanno sradicato questi preziosi reperti dai loro contesti e questo è il danno più grave per gli studiosi e per la comunità. Oggi ipotizziamo, deduciamo, ma se fossero stati recuperati dagli archeologi nei siti di provenienza avremmo qualcosa di più di cinquantacinque pezzi, avremmo un frammento di vera storia e una parte della nostra identità, per non parlare della ricaduta economica per questo territorio che, oggi più che mai, ha bisogno di aggrapparsi alla sua storia più gloriosa.

La mostra – Memorie ritrovate – ha un sottotitolo eloquente: il ruolo della scuola nella promozione del patrimonio culturale. In pratica un manifesto programmatico che dichiara con fermezza il ruolo della scuola nei processi educativi e culturali di una comunità. La scuola come incubatore di bellezza, di civiltà, di memoria e d’identità. Uno spazio dentro il quale, docenti, studenti, genitori, dirigenti e più in generale tutto il personale, costituiscono un presidio, un’agenzia formativa, per crescere nuovi germogli, per coltivare umanità, a partire dalla conoscenza dei saperi che altri uomini e donne hanno costruito per noi. Per vivere consapevolmente in armonia con questo pianeta, con il cosmo, seguendo la nostra personale via.

Abbiamo raccolto le impressioni dei protagonisti, le loro sensazioni, le ragioni stesse della mostra: Gaetano Galvagno – Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana – afferma che “scuola, istituzioni e associazionismo, per la prima volta in Sicilia, tra i primi in Italia, insieme per educare, valorizzare e incubare bellezza. Un patto di civiltà per il bene comune. Un investimento per innovare e sperimentare. Un progetto di formazione per gli studenti e di studio per i ricercatori.”; Santa Di Mauro – Dirigente Scolastica del Liceo De Sanctis – dichiara che: “si tratta di un’opportunità, di un’esperienza preziosa, e costituisce certamente un patrimonio sia per i nostri ragazzi, che meritano di essere educati alla bellezza e di fruire del patrimonio culturale, ricchezza del loro territorio, sia per tutto il territorio stesso”; Irene Donatella Aprile, Soprintendente ai Beni Culturali e Ambientali di Catania evidenzia che questo “ è un evento importante e di rilevante interesse didattico culturale che vede la Scuola protagonista, che si trasforma, per un momento in Museo”; Angelo Perri, presidente Archeoclub d’Italia sede Ibla Major di Paternò, sottolinea che “la mostra costituisce un esperimento validissimo, e attualmente unico, per riportare alla luce gli innumerevoli tesori che giacciono conservati nei magazzini dei musei e delle soprintendenze. Trovare nuovi spazi, nuove maniere di fruizione di questi reperti costituisce una sfida nuova per tutti coloro che si occupino di divulgazione di arte e cultura in generale”; Letizia Blanco – docente e archeologa – ci descrive il senso di questa mostra. “Il viaggio è esperienza, scava percorsi irrinunciabili che riecheggiano nella memoria di chi lo vive e di tutta la comunità che in quel percorso si riconosce. Il Liceo De Sanctis “viaggia” con entusiasmo e passione, anche verso i luoghi della memoria, da ritrovare e valorizzare per sentire il legame genetico con la propria terra e recuperare il fascino della propria identità culturale. La mostra archeologica “Memorie ritrovate” porta il museo a scuola, avvicina i giovani alla storia attraverso l’archeologia, accende i loro occhi, come molto raramente avviene, di meraviglia e stupore. Molti di loro stanno sperimentando la soddisfazione di aver contribuito attivamente alla realizzazione di un evento così importante: hanno tradotto, nelle varie lingue, didascalie e pannelli didattici, hanno seguito l’allestimento espositivo, organizzato l’accoglienza dei visitatori e creato giochi didattici a tema. Il passato e il presente finalmente non stridono e dalla magia dell’incontro nasce un’irresistibile voglia di condivisione.”.

In fin dei conti, i sogni – e questa mostra lo è – sono tracce disegnate su una mappa immaginifica. Segnano le rotte che potremmo intraprendere verso Itaca. Ricerca e progetto, architettura e design. Didattica e socialità. E chi ha detto che a scuola non è possibile fare tutto questo? Un laboratorio sempre in evoluzione che genera bellezza. Forse è proprio questa la magia che rende questo evento unico. E vedere gli sguardi di tutti, stupiti e meravigliati, contaminati dalla storia, dimostra l’utilità dell’evento. Una mostra da vedere, da vivere insieme agli studenti. Una mostra che riporta una fase storica (greco-romana), spesso trascurata in questo contesto culturale; dopo più di vent’anni dalla mostra sugli argenti di Paternò esposti per caso in città, è la prima volta che si ritorna a fruire di reperti archeologici di epoca greco-romana, un’opportunità da non perdere.

L’iniziativa è stata realizzata grazie al contributo dell’Assessorato Regionale ai BB.CC. e dell’identità Siciliana, alla Presidenza dell’ARS e gode del patrocinio della Fondazione Federico II e dell’Archeoclub d’Italia Nazionale.

La mostra archeologica – MEMORIE RITROVATE – aperta agli studiosi, alle scuole, a tutti i visitatori sarà aperta giovedì, venerdì e sabato dalle 9.00 alle 13.00. Le visite sono prenotabili sul sito del liceo De Sanctis attraverso il link http://www.istitutodesanctis.edu.it/mostra/prenota.php

Avatar

Riguardo l'autore Francesco Finocchiaro

Architetto vitruviano. Credente convinto e appassionato delle religioni. Vive il suo lavoro come una grande passione . Esplora gli innumerevoli paesaggi dell’arte: dalla poesia al giornalismo, dall’architettura alla grafica, dalla comunicazione alle strategie urbane. Docente di storia dell’arte e filosofo dell’abitare. Convinto sostenitore del futurismo e che l’innovazione ha le sue radici nella memoria. Vorace lettore di Papa Francesco, di Pablo Neruda, Lucía Etxebarria e Omero. Vive l’architettura come un Pitagorico, in forma mistica e monastica come il suo architetto preferito, Peter Zumthor.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.