Catania, permessi di soggiorno farlocchi per i migranti: 2 vigili urbani e un funzionario dell’Anagrafe nell’organizzazione (VIDEO)

Tra gli arrestati un funzionario dell’Anagrafe e due vigili urbani del Comune di Catania tra le persone arrestate nell’ambito dell’operazione di polizia portata a termine dalla Digos etnea nell’ambito di un’indagine sul favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sono Michele Sampognaro (funzionario), Attilio Topazio e Giuseppe Torre (vigili urbani). Le altre persone arrestate sono: Seck Abdourahmane Siley (capo promotore dell’organizzazione), Sarr Cheikh (luogotenente factotum), Alessandro Faranda (falso datore di lavoro e coniuge simulato), Lorenzo Russo (falso ospitante), Sow Sahada (procacciatore di affari), Hossain Kayum (autore della contraffazione materiale dei documenti), Singh Simranjit (falso ospitante). Il perito (bangladese) e i tre impiegati del Comune si sarebbero prestati, dietro “rilevanti compensi economici”, a rendere false dichiarazioni e a compiere atti contrarti al dovere di ufficio. Le tariffe variavano dai 30 euro per un cambio di residenza ai cinque mila euro per un matrimonio fittizio.
Sono stati individuati circa 100 soggetti stranieri favoriti dall’organizzazione; fra questi un tunisino, che aveva contatti diretti con un soggetto all’epoca arrestato per altri fatti insieme a Anis Amri, il terrorista autore della strage di Berlino, avvenuta ai mercatini di Natale il 19 dicembre 2016.
I fari sono stati accesi, dunque, su un sistema collaudato si permessi di soggiorno in tempi brevi, matrimoni fittizi tra stranieri e cambi di residenza con la compiacenza di un funzionario comunale e dei vigili urbani che si prestavano, all’occorrenza, in cambio di denaro si prestavano. I dieci arrestati sono ritenuti appartenenti a un’associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina mediante la predisposizione di falsi documenti necessari al rilascio o al rinnovo del permesso di soggiorno, cosi’ agevolando un numero indeterminato di stranieri in situazione di irregolarita’ sul territorio nazionale, che in questo modo ottenevano un titolo di soggiorno. I flussi migratori assicurava al gruppo un vasto bacino di utenza. Le richieste dei ‘servizi’ provenivano da persone domiciliate in varie parti d’Italia (da Brescia a Siracusa) e anche in altri Stati europei (fra i quali Malta e la Francia), cui l’associazione garantiva il rilascio dei documenti richiesti in tempi ridottissimi per evitare ulteriori spese di trasferta e di soggiorno, in aggiunta agli onerosi prezzi delle prestazioni. Proprio per venire incontro alle esigenze della clientela ‘fuori sede’, oltre ai normali pagamenti in contanti, l’organizzazione criminale disponeva anche di un circuito di pagamento telematico con carte Postepay, sul quale confluivano di norma i versamenti del primo acconto della tariffa stabilita, in attesa del pagamento del saldo, condizionato all’esito positivo della pratica.
Ovviamente, la tariffa variava in funzione della rilevanza e della difficolta’ di alterazione del documento richiesto. In ogni caso, a riprova della natura imprenditoriale dell’attivita’ criminosa, il sodalizio offriva frequentemente una sorta di diritto di recesso; nel caso in cui la pratica non andava a buon fine al cliente era garantita la restituzione dell’acconto gia’ versato. L’articolazione dall’organizzazione era calibrata sulle fasi del procedimento amministrativo volto all’acquisizione del titolo di soggiorno, essendo in particolare affidata ai pubblici ufficiali partecipi del gruppo la fondamentale funzione di incidere, mediante false attestazioni, sull’esito dei controlli e dei sub procedimenti di rispettiva competenza. In tal senso, il ruolo di alcuni membri era legato alla specifica tipologia di permesso di soggiorno richiesto dal cliente, implicante differenti presupposti, oggetto delle false attestazioni: cosi’, per il permesso per lavoro subordinato il gruppo disponeva di falsi datori di lavoro; per il permesso per motivi familiari disponeva di persone disposte a contrarre matrimonio di comodo;
per i soggiorni di lungo periodo, condizionati a requisiti piu’ stringenti, era necessario l’intervento dei pubblici ufficiali infedeli, pronti ad attestarne falsamente la sussistenza.
L’associazione si configurava dunque come vera e propria agenzia di servizi, pronta a soddisfare, celermente ed efficacemente, qualsiasi esigenza collegata al rilascio di titoli di soggiorno, assicurando false attestazioni sia in relazione alla titolarita’ di reddito, sia in relazione alla disponibilita’ di un alloggio idoneo (requisiti fondamentali per la concessione del permesso di soggiorno), reclutando coniugi di comodo per matrimoni simulati finalizzati al permesso di soggiorno per motivi familiari, fornendo datori di lavoro fittizi e compiacenti per permessi di soggiorno per lavoro subordinato, predisponendo buste paga per permessi di soggiorno per lavoro autonomo. Attiva pure una rete di procacciatori, deputata a rintracciare i clienti prospettando loro i servizi offerti. Tra loro, quello con il bacino di utenza piu’ ampio e’ risultata una persona specializzata nell’attivita’ di tassista abusivo dal Cara di Mineo alla Stazione Centrale di Catania, consentendogli di entrare in contatto quotidianamente con un rilevante numero di potenziali clienti, successivamente indirizzati all’organizzazione che aveva fissato il proprio quartier generale nel mercato cittadino di piazza Carlo Alberto, dove il promotore dell’associazione, un senegalese, gestiva una bancarella di scarpe e occhiali griffati contraffatti, e un suo connazionale era titolare di un internet point, utilizzato come base logistica per i componenti e per le centinaia di clienti stranieri che quotidianamente richiedevano documenti per il permesso di soggiorno.

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