Adrano, la Regione boccia il progetto di Servizio Civile del Comune. Azione Civica: “L’assessore si dimetta”

Il progetto di Servizio Civile del Comune di Adrano è stato escluso dall’assessorato regionale alla Famiglia ed esplodono già le polemiche nei confronti dell’amministrazione che già nei mesi scorsi ha perso alcuni finanziamenti.
C’è chi – come il gruppo Azione Civica – chiede subito le dimissioni dell’assessore alle Politiche giovanili per ciò che è successo (la delega è del vice sindaco Zuccarà). Della clamorosa bocciatura si parlerà nella seduta consiliare fissata per oggi pomeriggio.
Nel tentativo di recuperare il recuperabile, la giunta ha presentato un ricorso al Tar contro l’esclusione sancita per ben due volte dall’assessorato regionale.
Il 21 maggio, in prima istanza, e il 17 giugno dopo la comunicazione dell’inammissibilità da parte della Regione, il Comune si è visto bocciare il progetto denominato “Insieme Volontariamente Attivi per Adrano 4”.
Negli anni scorsi il progetto di Servizio Civile aveva offerto la possibilità a una trentina di giovani adraniti di prestare servizio per 12 mesi, ricevendo un assegno mensile di oltre 400 euro.
L’ennesimo svarione dell’amministrazione comunale che perde per strada un finanziamento importante pone dei seri dubbi sulle competenze e sulla operatività degli uffici comunali.
La notizia dell’esclusione dalla graduatoria è venuta fuori dopo la decisione del Comune di presentare ricorso al Tar. Sul sentiero di guerra, come dicevamo, i due consiglieri comunali di Azione Civica, Angela Branchina e Salvo Coco.

“Abbiamo chiesto – scrivono in una nota – all’assessore alle Politiche giovanili di venire a relazionare in aula. Riteniamo increscioso e inaccettabile che per l’ennesimo errore di redazione e presentazione di documentazione presso organi competenti, un numero copioso di giovani sarà impossibilitato a partecipare al bando che darebbe l’opportunità di svolgere un servizio civile utile alla loro crescita professionale e producente per la città”.
L’indignazione dei due esponenti politici si estende all’operato dell’assessore interessato.
“Qualora vengano definiti e accettati i motivi dell’esclusione, – continua la nota – l’assessore chieda scusa alla città e rassegni le proprie dimissioni. Siamo pronti a presentare in aula una mozione di sfiducia”.

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