Catania, nascondeva soldi e droga nella casa di San Berillo: Polizia arresta 45enne

La Polizia di Stato ha arrestato il 45enne Vito Giuffrida in quanto ritenuto responsabile del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina.

Nell’ambito dell’attività di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti nel quartiere San Berillo Nuovo, sfociata alcuni mesi addietro nell’operazione Tricolore, personale della Squadra Mobile – Sezione “Antidroga” ha predisposto – ieri mattina – un mirato servizio di osservazione in via Francesco Baracca, volto a monitorare i movimenti di Giuffrida, soggetto notoriamente attivo nell’attività di spaccio di cocaina nel predetto rione popolare.

L’attività di monitoraggio ha consentito di individuare un immobile di via Francesco Baracca in cui lo spacciatore veniva visto entrare.
Dopo una irruzione nello stabili, gli operanti hanno rinvenuto, occultati in un anfratto dello stabile, 75 gr. di sostanza stupefacente del tipo cocaina già confezionati in 3 involucri sottovuoto di cellophane trasparente di circa 25 gr ciascuno ed un bilancino elettronico di precisione.
All’interno dell’abitazione di Giuffrida è stata rinvenuta e sequestrata, oltre a materiale di confezionamento della sostanza stupefacente, la somma in contanti di 43.450 euro in banconote di vario taglio occultata all’interno di un doppio fondo appositamente ricavato nell’armadio della camera da letto.

Giuffriuda è stato arrestato in flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina: la sostanza stupefacente e la somma di denaro contante sono stati sequestrati.

Vito Giuffrida era già stato arrestato dalla Squadra Mobile nel gennaio 2015 in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Catania per associazione di tipo mafioso (clan Cursoti Milanesi) ed associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti unitamente a vari esponenti di vertice della citata associazione mafiosa tra cui Carmelo Di Stefano e Rosario Pitarà inteso “Saretto u furasteri”.

In attesa del giudizio per direttissima, l’uomo è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

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