Virus Cina, viaggiatore etneo proveniente da Shangai racconta: “Arrivato a Catania nessun controllo”

“Il volo atterra in Italia. Mi aspettavo un controllo massimo. E invece no. Zero. Mostro il mio passaporto ed entro tranquillo e sereno. Recupero la mia valigia e sono in Italia”. Sono queste le parole del personal trainer siciliano Andrea Rinaldi che da Shanghai, dove vive e lavora, è rientrato nella sua città Catania. Un viaggio volontario, documentato in un video per le Iene.it, nel quale mostra tutti i controlli cui è stato sottoposto. Rinaldi, che sta bene e non ha contratto il coronavirus, è stato spinto a rientrare in Italia dai suoi familiari che “ritenevano che per me fosse pericolosissimo rimanere lì”.

Nel suo resoconto Rinaldi dice di essere stato controllato più volte all’aeroporto di Shanghai fin dall’ingresso. Tra l’arrivo in aerostazione e l’imbarco sul volo Emirates diretto a Dubai, dove farà scalo prima di tornare a Catania, Rinaldi viene controllato almeno 4 volte e gli viene presa la temperatura corporea. Nel suo video Andrea mostra un’autocertificazione che, insieme agli altri passeggeri in partenza dalla Cina, deve firmare e riconsegnare alle autorità. Un modulo, in cui si pongono due semplici domande: “Negli ultimi 14 giorni sei stato nella città di Wuhan?”; “Hai la febbre o altri sintomi del virus?”. Arrivato a Dubai, Andrea si prepara ai controlli sanitari prima di prendere il nuovo volo per Catania. Non ci sono però controlli se non il passaggio attraverso una sorta di scanner termico. Arrivato all’aeroporto di Catania-Fontanarossa, Rinaldi non riceve alcun ‘trattamento’ speciale. Non c’è nessuno a misurargli la febbre, né a chiedergli se sia arrivato dalla Cina. ”Mi aspettavo dei controlli: zero. Faccio vedere il passaporto, recupero la mia valigia, e sono in Italia”, dice il personal trainer.

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