Adrano, il Vescovo Schillaci a riposo dopo l’intervento. Messaggio alla comunità di Lamezia Terme: “Grazie per le preghiere e l’affetto”

Vescovo Schillaci a riposo dopo l’intervento.

Come previsto, dopo le dimissioni dall’ospedale ‘Gemelli’ di Roma, il Vescovo di Lamezia Terme Giuseppe Schillaci è tornato ad Adrano per trascorrere un periodo di riposo nella casa dei genitori, accanto a mamma Lia, ai suoi fratelli, alle cognate e agli adorati nipoti.

Mons. Schillaci si sta riprendendo dopo il delicato intervento e da buon pastore ha a cuore il ‘popolo’ di Lamezia Terme. Alla comunità lametina ha inviato un messaggio di benedizione e di affetto: “I discepoli – si legge in un passaggio – si riconoscono da come si stimano, da come si accolgono e accolgono soprattutto i più piccoli e i poveri, da come si amano ed amano tutti senza escludere mai nessuno”.

Ecco il testo integrale del messaggio

Cari presbiteri, domani solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, giornata di santificazione sacerdotale, vi penso riuniti in preghiera nella nostra Chiesa Cattedrale, mi unisco a voi dal mio paese natale, dalla casa dei miei genitori dove mi trovo con mia mamma Lia. Avrei voluto tanto vivere questo momento con voi, ma non mi è ancora possibile, non sono pienamente ristabilito, necessito di un periodo di recupero e di riposo.

La solennità del Sacro Cuore è un invito a contemplare l’amore di Dio.

Le sue misericordie non sono finite! (Cfr. Lamentazioni 3, 22) Entriamo tutti in questo amore sconfinato per imparare sempre di più.

Lasciamoci condurre, lasciamoci plasmare! Gesù stesso ci invita ad andare da Lui per imparare da Lui. Da buoni discepoli sappiamo che è Lui il nostro Maestro. L’unico Maestro da cui imparare: “imparate da me, che sono mite e umile di cuore” (Mt 11,30).

Impariamo, assimiliamo, trasmettiamo, immettiamo nelle esistenze questi sentimenti del Cuore di Gesù.

È nostro profondo desiderio alimentarci di questo Cuore per avere i suoi stessi sentimenti.

Nei nostri comportamenti lasciamoci guidare da mitezza e umiltà, dalla sua mitezza e dalla sua umiltà.

I discepoli del Signore sanno dove attingere perché non si smarriscano correndo dietro altri sentimenti che nutrono stili di vita mondani che non hanno nulla a che vedere con il Vangelo perché improntati alla logica della forza, dell’arroganza, del tornaconto, del potere. Amati presbiteri, non smettiamo di immergerci per contemplare e testimoniare questo mistero insondabile di bontà, di misericordia, di amore.

Tutto questo non per trattenerlo, come se fosse un privilegio o un possesso riservato a noi stessi, ma per lasciarlo fluire, per farlo circolare tra noi in una condivisione sempre più umana, fraterna, gratuita.

I discepoli si riconoscono da come si stimano, da come si accolgono e accolgono soprattutto i più piccoli e i poveri, da come si amano ed amano tutti senza escludere mai nessuno: amano dell’Amore e nell’Amore di Dio, amano in Gesù Cristo Signore piena manifestazione di questo smisurato Amore.

Vi ringrazio tanto per le preghiere, per la vicinanza e per l’affetto che mi avete mostrato e continuate a mostrarmi.

Vi saluto e vi benedico nel Signore, augurandovi di vero cuore buona festa.
Il Vostro Vescovo + Giuseppe

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