Paternò, le polemiche sul portavoce di sé stesso Di Bella: sconfinamenti fuori dal ruolo

Paternò, le polemiche sul portavoce di sé stesso Di Bella: sconfinamenti fuori dal ruolo

Il portavoce del sindaco Naso, Andrea Di Bella, scrive al Corriere Etneo per spiegare la propria posizione dopo la polemica rovente scatenata ieri a seguito di un suo post sul sospetto boicottaggio dell’opposizione nell’annullamento della festa per la promozione in serie D del Paternò calcio.

Ecco il testo della sua lettera e, a seguire, la risposta di Nicola Savoca:

Caro direttore Savoca,
sui mancati festeggiamenti per la promozione in serie D del Paternò Calcio ammetto di avere scatenato un putiferio. Lo ammetto ex post, avendo letto sul suo giornale un articolo a questa circostanza dedicato. Addirittura qualcuno parla di querela nei miei confronti, a seguito di un post pubblicato ieri sul mio profilo personale. Un post oggettivamente innocente, in cui non si fanno nomi, in cui non viene attaccato direttamente nessuno. E neanche indirettamente. E mi creda: se fossi stato davvero a conoscenza degli eventuali autori del sabotaggio dei festeggiamenti della squadra di calcio cittadina, con lo spirito di Libertà che mi contraddistingue da sempre, non avrei avuto alcun problema a scrivere i loro nomi a chiare lettere. Chi mi conosce bene sa altrettanto bene che lo avrei davvero fatto.

Ed invece no. Addirittura tre gruppi consiliari di opposizione in Consiglio Comunale hanno avuto la felice idea di stilare un comunicato stampa, a me rivolto, pieno zeppo di insulti gratuiti e ripreso dal suo giornale come da altri: non prima di avere commentato per ore sui social – diversi consiglieri comunali di opposizione – rivolgendosi nei miei riguardi attraverso numerose provocazioni ed in alcune parti vere e proprie offese. È il modus operandi che ormai contraddistingue gli oppositori del sindaco di questa città, cui vengo giustamente accostato essendone il Portavoce politico. La verità è che nonostante questo, sono stato e continuo a rimanere un uomo libero. Un giornalista libero. Anzi di più: un giornalista che non si lascia impaurire da stupide minacce, peraltro del tutto prive di fondamento.

Auspico invece, da uomo delle Istituzioni di questa città, che i consiglieri – tutti i consiglieri – si concentrino sul proprio lavoro. Un lavoro che non consiste nel minacciare querela nei confronti del Portavoce politico di questa Amministrazione, ma nel proporre, nel fare le cose, nel dare risposte ai cittadini che li hanno eletti e di cui sono diretti rappresentanti. Smettiamola di offrire alla città questo indecoroso spettacolo. Ne vale della credibilità di ognuno di noi. La ringrazio, direttore, per la sua disponibilità.

 

La risposta di Nicola Savoca, direttore del Corriere Etneo:

Gentile collega Di Bella, ho letto la tua lettera e ne approfitto per dirti un paio di cose. Lo faccio nella speranza e nell’auspicio che tu possa, per così dire, correggere il tiro.

Temo che tu stia interpretando in maniera errata il ruolo che ti è stato affidato dal sindaco. La figura di ‘portavoce’ è normata dalla Legge 150 sulla Comunicazione. Prevede che il portavoce eserciti “compiti di diretta collaborazione ai fini dei rapporti di carattere politico-istituzionale con gli organi di informazione”. In soldoni: è un lavoro di raccordo tra l’organo di vertice dell’amministrazione pubblica (il sindaco) e le testate giornalistiche. Tu, invece, caro collega, non disdegni di sconfinare su un terreno che non è di competenza del portavoce. Commentare a titolo personale vicende politiche (“Non parlo con lei che è un semplice cittadino” rivolto all’ex assessore Rau) oppure adombrare il sospetto – come hai fatto ieri – che ci sia l’opposizione dietro l’annullamento della festa di calcio non rientra tra i compiti di portavoce. Il portavoce politico-istituzionale, insomma, non ha la ‘licenza di uccidere’ come James Bond (è una battuta, sia chiaro) e non deve certo mettere in imbarazzo il capo dell’amministrazione scatenando l’inferno con dichiarazioni personali.

Faccio un esempio: nessuno, sul piano formale, avrebbe avuto da ridire se ieri il sindaco Naso, per il tramite del suo portavoce, avesse fatto sapere agli organi di stampa che non esclude ci sia lo zampino degli avversari politici dietro l’annullamento della festa di calcio. Ma che a farlo sia stato tu in prima persona – portavoce della tua stessa voce – rischia di farti fare la figura del dodicesimo uomo della squadra di Naso anziché quella di un professionista al servizio dell’amministrazione.
Sarebbe auspicabile, quindi, tu riponessi il tuo ruolo sui binari della correttezza professionale per evitare deragliamenti strapaesani. Se la cosa dovesse ancora succedere, non mancherò di fartelo notare.

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