Adrano, corruzione elettorale: rinviati a giudizio i consiglieri Floresta e Ingrassia. A processo anche altri 12 imputati

Adrano, corruzione elettorale: rinviati a giudizio i consiglieri Floresta e Ingrassia. A processo anche altri 12 imputati

Tutti rinviati a giudizio i 14 indagati dell’inchiesta sulla corruzione elettorale ad Adrano nell’ambito della campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale del 10 giugno del 2018.

Lo ha deciso il Giudice dell’udienza preliminare Marina Rizza, nel corso dell’udienza tenutasi oggi. A rappresentare la Procura erano i magistrati Musella e Sturiale.

Il Comune di Adrano si è costituito parte civile, sarà rappresentato dall’avv. Marco Galati.

Tra gli imputati ci sono gli attuali due consiglieri comunali Federico Floresta e Maria Grazia Ingrassia, il marito di quest’ultima Antonino Furnari, Valentina Astone, Salvatore Condorelli, Eugen Craciun, Lucia Gatto, Gino Giangreco, Angelo Paratore, Giuseppe Pignataro, Maria Grazia Pignataro, Maria Grazia Russo, Rosaria Scalisi e Vincenzo Scalisi.

La richiesta di rinvio a giudizio – come si ricorderà – era stata depositata dal pubblico ministero in data 25 luglio 2019.

Il reato ipotizzato nei confronti di Floresta, Ingrassia e Furnari è di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale.

Secondo la Procura, i tre “…creavano, e gestivano una rete di soggetti che, in cambio di somme di denaro, avrebbe dovuto agire nel territorio per procacciare voti in favore dei candidati Floresta Federico e Ingrassia Maria Grazia, offrendo e/o elargendo agli elettori somme di denaro ed altre utilità, al contempo operando la ‘schedatura’ degli elettori, il controllo del voto presso le relative sezioni e la conseguente verifica della correlazione tra denaro corrisposto e voti ottenuti, nonché la creazione di un vero e proprio ‘database’ finalizzato al riutilizzo con il medesimo sistema di scambio denaro-voti, per successive competizioni elettorali…”.

La dazione elargita – secondo quanto ipotizza la pubblica accusa – ammontava a somme di denaro tra 25 e 50 euro per ciascun elettore e anche altre utilità, tra cui delle pizze.
I due consiglieri comunali non si sono mai autosospesi o dimessi dall’incarico.

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