Covid, il ‘vaccino passivo’ degli anticorpi monoclonali: al via in Italia le prime somministrazioni

Covid, il ‘vaccino passivo’ degli anticorpi monoclonali: al via in Italia le prime somministrazioni

Al via in Italia le prime somministrazioni degli anticorpi monoclonali contro il Covid.

Tra i primi a partire l’istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, che ha annunciato ieri l’avvio del trattamento a persone in fase iniziale di malattia che non necessitano di ricovero in ospedale, ma con particolati condizioni di aumentato rischio di peggioramento clinico, in base al programma del ministero della Salute, dell’Aifa e della Regione Lazio.

Al momento gli unici anticorpi monoclonali in commercio sono il cocktail della Regeneron e il farmaco di Eli Lilly.

Il Regen-Cov è il cocktail di anticorpi monoclonali reso celebre per essere stato usato anche dall’ex presidente Usa, Donald Trump. Prodotto dal casa farmaceutica americana Regeneron, e’ basato sugli anticorpi casirivimab e imdevimab. Il primo è stato isolato in un paziente di Singapore e il secondo è stato ottenuto in laboratorio inserendo la proteina spike del coronavirus nell’organismo di un topo modificato genericamente. Secondo i risultati della ricerca sarebbe in grado di ridurre la carica virale in modo significativo e ridurre del 50 per cento il rischio di contrare l’infezione.

Questo ha aperto alla possibilità di usare questo cocktail come “vaccino passivo”, in attesa di una maggiore disponibilità dei vaccini antiCovid.

I dati indicano che il farmaco può allo stesso tempo ridurre la carica virale dei soggetti infetti.

Il Bamlanivimab è l’anticorpo monoclonale autorizzato per l’uso di emergenza come trattamento per i pazienti ad alto rischio, con Covid-19 da lieve a moderato, negli Stati Uniti e in altri paesi nel mondo. Prodotto da Eli Lilly and Company, gli studi mostrano un’efficacia del 72 per cento nel ridurre il rischio di ospedalizzazione per i pazienti con sintomatologia moderata.

Bamlanivimab ed etesevimab è la combinazione di anticorpi targata Eli Lilly che gli studi indicano essere in grado di ridurre il rischio di ricovero e morte per Covid-19 del 70 per cento. I due monoclonali sono stati testati in pazienti ad alto rischio con recente diagnosi di Covid-19. Dai risultati emerge che sono anche in grado di ridurre la carica virale e accelerare la risoluzione dei sintomi.

Anche AstraZeneca si è impegnata nello studio degli anticorpi monoclonali ed ha realizzato l’AZD7442, una combinazione a lunga durata d’azione (Long Acting AntiBody, LAAB) che imitano gli anticorpi naturali e hanno il potenziale per trattare e prevenire la progressione della malattia in pazienti potenzialmente infettati dal virus.

Potrebbe essere usato come intervento preventivo in ambienti pericolosi come comunità, ospedali, case di riposo, studentati perché il vantaggio è che ti da’ anticorpi immediati. Infine, la Toscana Life Sciences ha realizzato il Monoclonal Antibody Discovery Lab a Siena. I ricercatori sotto la supervisione di Rino Rappuoli hanno selezionato gli anticorpi di persone guarite dalla malattia provocata dal coronavirus. E’ stato poi isolato quello più potente sulla base del quale è stato creato il farmaco.

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