Covid, inchiesta ‘dati spalmati’: i tre indagati ai domiciliari non rispondono al Gip

Covid, inchiesta ‘dati spalmati’: i tre indagati ai domiciliari non rispondono al Gip

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al gip di Trapani Caterina Brignone i tre indagati posti agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sui dati inviati all’Istituto Superiore della Sanità, condotta dai carabinieri e coordinata dalla Procura di Trapani. Maria Letizia Di Liberti, dirigente generale del Dasoe, difesa dagli avvocati Paolo Starvaggi del foro di Patti e Fabrizio Biondo del foro di Palermo, “ha dichiarato – si legge in una nota dei legali – di volere chiedere di essere quanto prima interrogata dai magistrati del Tribunale di Palermo, cui è stata già disposta la trasmissione degli atti, per competenza territoriale, riservandosi di rispondere al giudice naturale.

Solo nella mattinata di oggi è stata rilasciata la documentazione posta a fondamento dell’ordinanza del Gip, per cui la dirigente nei prossimi giorni potrà chiarire e documentare l’assenza di qualsiasi ipotesi di reato.

La dirigente Letizia Di Liberti resta fiduciosa nell’operato dei magistrati che potranno tenere conto di nuovi ed incontrovertibili elementi di valutazione”.

Si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia anche Salvatore Cusimano, funzionario della Regione Siciliana, difeso dall’avvocato Luigi Spinosa. A sua volta Emilio Madonia, dipendente della società che si occupa della gestione informatica dei dati dell’assessorato, difeso dall’avvocato Enrico Sorgi, “ha risposto nelle linee generali e con riferimento al proprio ruolo. Mentre per le specifiche contestazioni – spiega l’avvocato Sorgi – non essendo in possesso della documentazione che gli è stata sequestrata, si è riservato di fornire ulteriori chiarimenti in prosieguo, quando potrà disporre dei dati necessari”.

Nei giorni scorsi anche l’ex assessore alla salute Ruggero Razza si era avvalso della facoltà di no rispondere.

REGIONE SOSPENDE DI LIBERTI

“La dott.ssa Maria Letizia Di Liberti, con decorrenza dalla data della misura cautelare che la riguarda, è obbligatoriamente sospesa dal servizio in applicazione delle vigenti disposizioni (art 55 dlgs 165/2001 e ccrl). Il provvedimento, unitamente all’avvio del procedimento disciplinare, sarà adottato quando sarà notificata l’ordinanza che, ad oggi, non è stata trasmessa agli uffici”. Lo dichiara in una nota l’assessore regionale alla Funzione pubblica, Marco Zambuto, riferendosi alla posizione della dirigente della Regione Siciliana coinvolta nell’inchiesta sulla presunta falsificazione dei dati sui tamponi e sui decessi Covid in Sicilia.

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