Mafia, Fava su nuove rivelazioni Avola: “Ridicole verità su strage via D’Amelio. Chi lo manda per avvelenare i pozzi?”

“Non mi affaccio più su Facebook per ragioni mie. Lo faccio oggi per necessità. Perché Maurizio Avola, un signore con ottanta omicidi sulla coscienza, ha tirato in causa i morti e i vivi per raccontare le sue ridicole verità. E qualcuno gli ha perfino creduto. Avola afferma di aver ammazzato Giuseppe Fava. Dice di aver caricato di esplosivo l’auto bomba di via D’Amelio. Sostiene di essere l’ultimo ad aver visto vivo il giudice Borsellino e di aver dato lui il segnale per far saltare in aria l’auto. Dice di sé, e degli altri compari, un mucchio di strampalate e supponenti falsità che hanno avuto l’onore della cronaca televisiva (sulla 7) e la consacrazione letteraria sul libro che gli ha dedicato un giornalista esperto, ma stavolta assai superficiale, come Michele Santoro”.

Lo scrive su Facebook il presidente della commissione Antimafia Ars Claudio Fava.

Mafia, Fava su nuove rivelazioni Avola: “Ridicole verità su strage via D’Amelio. Chi lo manda per avvelenare i pozzi?” “Avola dice che c’era sempre lui, ovunque si dipanasse la storia oscura e vigliacca di Cosa Nostra. A Catania come a Palermo.

Lo racconta con ventisette (!) anni di ritardo dall’inizio della sua collaborazione con lo Stato.

Lo fa mescolando suggestioni grossolane e presunte inoppugnabili verità – aggiunge – Avola mente. Grossolanamente.

Un rapido e onesto lavoro di verifica giornalistica avrebbe permesso di rendersene conto prima di dedicargli un libro che già nel titolo, ‘Nient’altro che la verità’, appare come uno sputo in faccia ad ogni verità”.

“La domanda però è un’altra – conclude – chi manda Avola ad avvelenare i pozzi? Chi si vuole servire della sua sgangherata ricostruzione per fabbricare un altro depistaggio su via D’Amelio? Chi continua ad aver paura, trent’anni dopo, di chiunque s’avvicini alla verità su quegli anni e su quei fatti? E chi li difende questi nostri morti, così strapazzati da mani villane?”.

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