S. Stefano di Camastra: “Mi spiace chiedo perdono. Porto via con me Alessandra”. L’addio in una lettera di Mariolina prima dell’omicidio-suicidio

S. Stefano di Camastra: “Mi spiace chiedo perdono. Porto via con me Alessandra”. L’addio in una lettera di Mariolina prima dell’omicidio-suicidio

L’ultima lite sabato mattina. Poi, il silenzio. Il cellulare che continua a squillare a vuoto. Infine, la macabra scoperta. Madre e figlia trovate impiccate alla trave della casa di campagna, con un verricello. “Mi spiace, chiedo perdono. Porto via con me Alessandra, ti chiedo scusa Maurizio”.

Una lunga lettera scritta a mano, dietro un disegno realizzato proprio dalla figlia e indirizzata al marito Maurizio. Sono morte così Mariolina Nigrelli, casalinga di 40 anni, e la figlia Alessandra Mollica, di 14 anni. Gli inquirenti sembrano non avere dubbi: è stato un omicidio-suicidio. “Il biglietto di addio è piuttosto esplicito”, spiega il Procuratore capo di Patti, Angelo Vittorio Cavallo, che coordina l’inchiesta con il pm Andrea Apollonio. La lettera, come apprende l’Adnkronos, è stata trovata dagli inquirenti sul tavolo della cucina, vicino ai due corpi senza vita ancora appesi, ed era indirizzata al marito Maurizio Mollica, un fabbro artigiano molto conosciuto a Santa Stefano di Camastra. E’ stato lui a ritrovare i corpi della moglie e della figlia. Ed è stato sempre lui ad avvertire il 112.

“Mia moglie ha ammazzato mia figlia e poi si è uccisa”, ha gridato al telefono l’artigiano. Poi si è accasciato e ha iniziato a piangere. I sanitari gli hanno dovuto dare dei tranquillanti. E’ stato lui a raccontare agli inquirenti, che lo hanno sentito per tutta la notte, delle continue liti nelle ultime settimane. Discussioni legate sempre alla figlia Alessandra. Alcuni parenti hanno confermato che la donna sarebbe stata “a tratti asfissiante” con la figlia 14enne. E anche il marito lo ha ripetuto. Sabato mattina l’ennesima lite. Il marito esce di casa e minaccia di volere chiedere la separazione. “Basta, sono stanco”, ha gridato. Esce con la figlia, si fanno dei selfie.

“Momenti spensierati”, dice nella notte, tra le lacrime, mostrando le foto con la figlia con gli emoticon. A pranzo vuole portare Alessandra dalla nonna paterna, ma la moglie chiama la ragazza e la dice che non vuole che ci vada.

Così Alessandra chiama il padre e spiega:

“Papà, mamma non vuole che venga con te. Mi sta venendo a prendere”. Da quel momento Maurizio Mollica perde ogni contatto con la moglie e con la figlia. Trascorrono le ore, ma di madre e figlia non ci sono più notizie. Maurizio Mollica è senza macchina, perché la moglie si è portata via la sua, con all’interno il borsellino con il portafogli. Così contatta il cognato e il figlio di quest’ultimo e gli chiede di accompagnarlo.

I tre raggiungono la casa di campagna, a una decina di km dal centro di Santo Stefano Camastra, in contrada Letto Santo, a due passi dal Santuario. I parenti aspettano in macchina, ma quando Maurizio Mollica entra in casa inizia a gridare. I due corpi sono appesi alla trave. Senza vita. Arrivano i Carabinieri, un’ambulanza, il medico legale. E il Procuratore di Patti Angelo Vittorio Cavallo con il pm Andrea Apollonio, che trascorrono tutta la notte nella villa di campagna per i rilievi. Sono gli inquirenti a trovare la lettera di addio. Che adesso viene analizzata, anche per confermare che la scrittura sia quella di Mariolina. Anche se tutto fa pensare che sia proprio stata la donna a scrivere il biglietto di addio. Una vita tormentata, negli ultimi tempi, per la casalinga che si era dedicata alla famiglia.

Lo scorso 19 maggio, la donna aveva condiviso un post su Facebook dal profilo ‘Emozioni del cuore’ in cui si leggeva:

“Alcuni figli non capiranno mai la tacita supplica di un genitore che ti mette in guardia da qualcosa. Quando un genitore ti chiede di non fumare ti sta chiedendo solo di vivere più di lui. Quando un genitore ti chiede di non uscire con determinate persone è solo perché quelle persone potrebbero farti del male. Quando un genitore ti chiama più volte al cellulare non lo fa perché vuole darti fastidio, è solo che la sua anima freme nel saperti a casa sano e salvo. Un genitore non ti dà mai il peggio né te lo augura. Un genitore ti ama e ti supplica di avere una vita migliore e più felice della propria”. E la donna aveva aggiunto, in dialetto: “Infatti si dice mettiti con quelli migliori di te”. Aggiungendo: “Mi fate solo schifo”. Ma a chi si riferiva? Alcuni familiari raccontano delle difficoltà della figlia Alessandra di relazionarsi con i compagni. “La madre ha litigato più volte con le altre mamme delle compagnette – hanno raccontato alcuni testimoni agli inquirenti – Era molto protettiva con la ragazza, forse troppo.

Resta la tragicità dell’evento che lascia tutti increduli e sgomenti a partire dai propri compagni e dagli educatori che hanno condiviso con lei la vita scolastica fino alla mattina del giorno precedente in cui è stato compiuto l’estremo gesto ignari della tragedia che andava maturando”, dice all’Adnkronos don Calogero Calanni, parroco di Santo Stefano di Camastra (Messina). “La Comunità si interroga su possibili omissioni nei confronti di chi vive estreme situazioni di disagio che sfociano in vicende e decisioni drammatiche – dice – Ci auguriamo di essere sempre più attenti a chi ci sta accanto per prevenire episodi che sfociano, purtroppo, in tragedie. Più che lo stupore per l’accaduto ci dobbiamo porre il problema di ciò che ciascuno può fare perché simili gesti non si ripetano più”. La Procura conferirà, tra oggi e domani, l’incarico dell’autopsia sui corpi delle due donne. L’esame autoptico sarà eseguito tra martedì e mercoledì dal medico legale Patrizia Napoli.

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