Mafia, Giovanni Brusca torna in libertà dopo 25 anni. Premette il telecomando di Capaci e poi collaborò. Maria Falcone: “E’ la Legge”

Mafia, Giovanni Brusca torna in libertà dopo 25 anni. Premette il telecomando di Capaci e poi collaborò. Maria Falcone: “E’ la Legge”

Torna libero dopo 25 anni in cella Giovanni Brusca, stragista e feroce assassino. Il boss mafioso, ha lasciato il carcere di Rebibbia questo pomeriggio.

Ed esplode l’ira dei familiari delle vittime: “E’ un’offesa gravissima”, “Un dolore enorme”, affermano.

Fedelissimo di Totò Riina, accusato della strage di Capaci, a un certo punto ha deciso di collaborare con varie procure del Paese. Pentito dal marzo 2000: una collaborazione tortuosa, la sua, che ha lasciato più di qualche perplessità. Brusca ha finito di scontare quasi tutta la sua pena, 45 giorni prima del previsto, e ora sarà sottoposto a quattro anni di libertà vigilata come disposto dalla Corte d’Appello di Milano, dopo la decisione del Tribunale di sorveglianza di Roma.

E’ accusato anche della brutale uccisione di Giuseppe Di Matteo, il figlio undicenne del pentito Santino:

il piccolo è stato strangolato e sciolto nell’acido perché il papà collaborava con la giustizia. Ai magistrati di Palermo, Firenze e Caltanissetta, il figlio del capomafia Bernardo, esponente della Cupola e morto in carcere, ha parlato delle proprie responsabilità in ordine al suo ruolo nella progettazione ed esecuzione della strage di Capaci del 23 maggio 1992, ma anche in diversi delitti e omicidi efferati che non hanno risparmiato donne e bambini. “La mia non è una scelta facile – aveva detto, parlando della sua decisione – pesa la storia della mia famiglia, il dover accusare altri”. Aveva goduto di diversi permessi premio per buona condotta. Solo qualche giorno. Poi il ritorno in carcere, a disposizione delle procure che hanno indagato sulle stragi del ’92 e del ’93, svelando anche dei rapporti tra Cosa nostra e pezzi della politica e della burocrazia. Adesso la scarcerazione.

“Umanamente è una notizia che mi addolora – commenta Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni, dopo la notizia della liberazione dell’ex capomafia che ha premuto il telecomando che ha innescato l’esplosivo nella strage di Capaci – ma questa è la legge, una legge che peraltro ha voluto mio fratello e quindi va rispettata. Mi auguro solo che magistratura e le forze dell’ordine vigilino con estrema attenzione in modo da scongiurare il pericolo che torni a delinquere, visto che stiamo parlando di un soggetto che ha avuto un percorso di collaborazione con la giustizia assai tortuoso. La stessa magistratura in più occasioni ha espresso dubbi sulla completezza delle sue rivelazioni, soprattutto quelle relative al patrimonio che, probabilmente, non è stato tutto confiscato: non è più il tempo di mezze verità e sarebbe un insulto a Giovanni, Francesca, Vito, Antonio e Rocco che un uomo che si è macchiato di crimini orribili possa tornare libero a godere di ricchezze sporche di sangue”.

“La scarcerazione di Brusca è un’offesa grandissima, non solo nei miei confronti e nei confronti di noi vittime.

Il nostro dolore, per lo Stato e per questa giustizia, evidentemente, non conta nulla. Occorre indignarsi: non solo io, tutti gli italiani devono essere mossi dall’indignazione”, afferma Tina Montinaro, moglie di Antonio Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone ucciso nella strage di Capaci”. “Giovanni, hai sentito che Giovanni – esclama Giovanni Paparcuri, autista di Giovanni Falcone nei primi anni ’80, rimasto ferito nell’attentato contro il consigliere istruttore Rocco Chinnici – Brusca è libero? Sì, e ribadisco, così come ho detto altre volte, che non ho mai creduto al suo pentimento e mai ci crederò, al di là del coinvolgimento personale nella strage Chinnici, l’avrei fatto marcire in galera per tutta la vita per gli innumerevoli morti che ha sulla coscienza. Ma essendo in uno Stato di diritto e se la legge prevede che a questi assassini poi divenuti collaboratori spettano dei benefici, da buon soldato, ma a malincuore ne prendo atto e me ne faccio una ragione, anche se è molta dura… durissima”.

Anche la politica reagisce.

“Autore della strage di Capaci, assassino fra gli altri del piccolo Giuseppe Di Matteo, sciolto nell’acido perché figlio di un pentito. Dopo 25 anni di carcere, il boss mafioso Giovanni Brusca torna libero. Non è questa la ‘giustizia’ che gli Italiani si meritano”, per il leader della Lega Matteo Salvini. E la sindaca di Roma Vittoria Raggi: “Brusca libero? Non voglio crederci. E’ una vergogna inaccettabile, un’ingiustizia per tutto il Paese. Sempre dalla parte delle vittime e di chi lotta e ha lottato contro la mafia”.

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