La ‘riabilitazione’ di Razza, lettera a Musumeci dal figlio di una persona ‘spalmata’: “Nessun rispetto per chi ha pagato con la vita”

La ‘riabilitazione’ di Razza, lettera a Musumeci dal figlio di una persona ‘spalmata’: “Nessun rispetto per chi ha pagato con la vita”

Pubblichiamo una ‘lettera aperta’ al presidente Musumeci scritta dal figlio di una persona ‘spalmata’.

Si tratta del biancavillese Michele Gatto, 30 anni, che vive e lavora a Parma come ricercatore in Ingegneria geotecnica. Il padre Nino è morto nel dicembre scorso a causa del covid mentre era ricoverato nell’ospedale di Biancavilla.

Ho pensato e sperato che la notizia della “riabilitazione” dell’avvocato Ruggero Razza ad assessore regionale della Salute fosse solo una fake news da clickbait. Purtroppo, è tutto vero. E purtroppo avevano ragione i “malpensanti” che hanno letto dietro alle scuse dell’avvocato di settimane addietro il “contentino da dare ai siciliani”, necessario a spianare la strada verso un nuovo incarico, fondato su una fiducia uscita illesa dallo scandalo a cui le intercettazioni di appena due mesi fa hanno dato luce.

Caro Presidente Musumeci, sono il figlio di una persona “spalmata” e a me le scuse del 23 maggio dell’ex e neo assessore non sono bastate. Non mi possono bastare! Non possono bastare ad un mondo che prova a portare avanti l’idea che “le parole hanno un peso”. Ci sono ancora delle indagini in corso: chi mi assicura che i “morti spalmati” non siano solo la punta di un enorme iceberg? La cieca fiducia che Lei nutre nell’avvocato? Attendere delle risposte dalla Magistratura che sta già facendo il suo lavoro sarebbe stato il minimo.

Sono passati soli due mesi da quando le intercettazioni rese pubbliche hanno fatto emergere lo scandalo; appena due mesi. E sono sconvolto, oggi come allora, oltre a provare vergogna. Continua a mancare il rispetto verso chi ha pagato CON LA VITA il prezzo di una gestione fallimentare dell’emergenza sanitaria in Sicilia. Sì, mi spiace dirlo. Proprio in questi giorni pensavo che rimanere quasi completamente illesi all’ondata di marzo 2020 ci ha permesso di evitare una catastrofe. Perché quella di ottobre 2020 ha provocato una strage perché ha colto tutti impreparati; ma ricordiamoci che è capitata mesi e mesi dopo rispetto al centro-nord! Mesi che non sono bastati ad evitare il marasma.

Quando qualche mese fa ho manifestato pubblicamente la mia indignazione per la notizia della “spalmatura”, qualcuno mi ha risposto che dare luce a questo scandalo fosse esclusivamente una mossa contro di Lei, Presidente, aggiungendo che l’assessore Razza non avrebbe avuto motivo di falsificare i dati. Io credo invece che ciò fosse necessario per dare un’immagine diversa e dipingere un ritratto migliore di una situazione fuori controllo. E non mi riferisco solo alla mancata zona rossa, che sicuramente ha fatto sì che il numero dei positivi aumentasse esponenzialmente. Purtroppo, mi sembra necessario sottolineare che la sanità, quella di cui l’avvocato Ruggero Razza era (ed è) assessore, facesse acqua da tutte le parti. E se di questo ne era consapevole la dirigente del Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico della Regione, Letizia Di Liberti, quando parla con Ferdinando Croce dell’alta improbabilità che i ricoverati in terapia intensiva potessero tornare nei reparti, dopo essere stati estubati, cosa dovrebbe farmi credere che non ne fosse al corrente pure l’assessore?

Non dimentichiamoci infatti che non sono stati solo i morti ad essere “spalmati”, ma anche i ricoverati ad essere “scotolati”. Per dare un’immagine migliore della sanità siciliana era opportuno “spalmare” dei dati troppo alti, da cui traspariva un’elevata mortalità. Ma qualcuno si è chiesto il perché fossero così alti? Perché noi, i cittadini di uno degli ospedali i cui dati venivano falsati, ce lo siamo chiesti a gran voce senza ricevere delle risposte.
Credo che la Sicilia meriti un’immagine migliore, ma non basata sulla falsità. Sarebbe servito e servirebbe intervenire sulla qualità e sulle modalità di gestione: solo così l’immagine può migliorare, come diretta conseguenza.
Caro Presidente, le parlo con molta schiettezza. Sono un siciliano che quasi sei anni fa è andato via dalla propria terra in cui oggi, purtroppo, continuo a non riconoscermi. Quel minimo di speranza che alimentavo dentro di me quando diceva che “Diventerà bellissima”, oggi purtroppo si è totalmente spenta. Si è persa insieme all’ennesima occasione mancata per restituire dignità, insieme alla vergogna che provo ancora una volta per quanto accade nella mia terra. (Michele Gatto)

Riguardo l'autore Redazione

1 Comments

  1. L’autore di questa lettera aperta dice la verità..i morti spalmati e i malati scotolati…e Musumeci dice diventerà Bellissima…vergogna solo vergogna

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