Paternò, sotto sequestro oltre 900 pecore di un allevamento: casi sospetti di scrapie, morbo simile alla ‘mucca pazza’

Paternò, sotto sequestro oltre 900 pecore di un allevamento: casi sospetti di scrapie, morbo simile alla ‘mucca pazza’

Un caso sospetto di scrapie (encefalopatia spongiforme trasmissibile simile al morbo della mucca pazza) ha spinto il sindaco di Paternò Nino Naso a firmare, su specifica richiesta dell’Asp servizio veterinario del Distretto Paternò–Adrano, il sequestro a scopo precauzionale un allevamento di ovini di circa mille capi.

Lo si legge nell’edizione odierna del quotidiano “La Sicilia”, in un articolo a firma di Mary Sottile.

L’allevamento, situato in contrada Jannarello, è di proprietà di una cooperativa il cui rappresentante legale è una donna nativa di Adrano ma residente a Biancavilla.

Il caso sospetto è emerso a seguito della positività al test rapido per “Tse HerdCheck BSE/Scrapie Antigen”, accertato dalla sezione diagnostica provinciale di Matera, dall’istituto zooprofilattico sperimentale della Puglia e Basilicata che attende conferma dal centro di referenza nazionale per le encefalopatie spongiformi animali e dell’Istituto superiore di Sanità.

In pratica, l’Asp –come si legge nell’articolo – lo scorso 14 maggio, una volta ricevuta la notifica del test positivo, ha chiesto al comune un’ordinanza di sequestro cautelativo di 926 ovini, che fanno capo all’allevamento di contrada Jannarello. L’ordinanza prevede l’isolamento di eventuali animali sospetti dagli animali sani e la custodia da parte del detentore degli animali morti in attesa di ulteriori provvedimenti.

Il divieto di uscita dall’azienda di ogni genere di alimenti per animali, di utensili, di oggetti e altri materiali che possono essere veicolo di trasmissione di malattia; il permesso di entrata e di uscita dall’azienda soltanto alle persone autorizzate dall’autorità sanitaria competente; Il divieto di abbeverare gli animali in corsi d’acqua o in vasche con essi comunicanti; Il divieto di spostamento degli ovini e caprini presenti in allevamento; il sequestro in azienda del latte e/o dei prodotti lattiero-caseari dell’azienda trasformati in attesa di esclusione della Bse; gli stessi devono essere stoccati in azienda e collocati in area ben definita o struttura adibita all’uopo, identificati ai fini della tracciabilità; i sottoprodotti della trasformazione del latte non possono essere distribuiti sul terreno o avviati in un impianto di biogas o compostaggio se non dopo l’esclusione della Bse. E ancora nel periodo compreso tra la conferma di scrapie classica e quindi l’esclusione di Bse, fino all’applicazione delle ulteriori misure sanitarie previste, il latte e i prodotti derivati, nonché i loro sottoprodotti non possono essere utilizzati come mangime per i ruminanti ad eccezione di quelli presenti nella stessa azienda.

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