“Chi l’ha visto?”: i resti ritrovati in una grotta alle pendici dell’Etna potrebbero essere del giornalista Mauro De Mauro scomparso 51 anni fa

La popolare trasmissione “Chi l’ha visto?” su Rai Tre ha avanzato ieri un’ipotesi clamorosa secondo la quale i resti umani trovati dal Soccorso Alpino della Guardia di Finanza in una grotta alle pendici dell’Etna potrebbero appartenere a Mauro De Mauro, il giornalista palermitano del quotidiano L’Ora scomparso 51 anni fa a Palermo, il 16 settembre del 1970.

La popolare trasmissione “Chi l’ha visto?” su Rai Tre ha avanzato ieri un’ipotesi clamorosa secondo la quale i resti umani trovati dal Soccorso Alpino della Guardia di Finanza in una grotta alle pendici dell’Etna potrebbero appartenere a Mauro De Mauro, il giornalista palermitano del quotidiano L’Ora scomparso 51 anni fa a Palermo, il 16 settembre del 1970.

L’uomo aveva delle malformazioni congenite alla bocca e questo particolare risulta anche dai rilievi resi noti dopo il ritrovamento nell’anfratto. De Mauro fu rapito da Cosa nostra e il suo corpo non è mai stato ritrovato.

La sua sparizione sarebbe collegata alla all’inchiesta sulla morte del presidente dell’ENI Enrico Mattei, secondo De Mauro dovuta a omicidio e non a un incidente. Un altro mistero italiano come il golpe Borghese potrebbe celarsi dietro la ‘lupara bianca’ che inghiottì nel nulla il giornalista,

In diretta a “Chi l’ha visto?”, ieri, il legale della famiglia di Mauro De Mauro ha contattato la Guardia di Finanza per chiedere informazioni.

“L’ipotesi sarà approfondita”, dice il Ten. Col. Massimiliano Pacetto in diretta a Chi l’ha visto?

Dall’immagine cristallizzata che si è presentata ai militari SAGF del Comando Provinciale di Catania, sembra che l’uomo si sia introdotto volontariamente nell’anfratto, altrimenti difficilmente accessibile, e che sia morto per cause non violente: indossava dei lunghi pantaloni scuri, una camicia chiara a righe, un leggero maglione di lana, una cravatta nera, una mantellina di nylon verde scuro, un cappello di lana con pon-pon e degli scarponcini Pivetta n. 41. Rinvenute anche delle monete metalliche del vecchio conio.

Ai fini del riconoscimento, è altresì utile riportare che l’uomo indossava al polso un orologio marca Omega con cinturino in tela ed aveva al seguito un pettine con custodia.

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