Adrano, il sosia di Can Yaman è un sognatore che non vuole montarsi la testa: “Mi chiamo Emmanuele, con due m”

Adrano, il sosia di Can Yaman è un sognatore che non vuole montarsi la testa: “Mi chiamo Emmanuele, con due m”

Classe 1993, grande sognatore con i piedi per terra. Desidera crearsi un posto nel mondo della moda e della televisione.

Il Corriere Etneo ha scambiato quattro chiacchiere con Emmanuele Tardino, recentemente definito dalla rivista ‘Tutto’ il sosia dell’attore turco Can Yaman. Il giovane adranita si racconta a partire dal primo shooting fotografico, il lavoro con la famiglia e le ultime novità.

Adrano, il sosia di Can Yaman è un sognatore che non vuole montarsi la testa: “Mi chiamo Emmanuele, con due m”Raccontaci la tua storia. Chi è Emmanuele Tardino?

È, prima di tutto, un ragazzo come tanti altri. Quello che forse mi contraddistingue è il fatto di essere sempre stato un grande sognatore, alla ricerca di uno scopo nella vita. Ho sempre ambito a grandi traguardi, a grandi mete. C’è anche una forte determinazione in me, è uno degli aspetti prevalenti del mio carattere. Sono sempre stato un ragazzo ordinario con hobby, passioni e il proprio lavoro. Come già qualcuno sa, da circa nove anni ho aperto un’attività insieme alla mia famiglia. Inoltre, ho fatto un po’ di tutto nel mio percorso: dal ballo, al pianoforte, dall’animazione all’insegnamento. Ho un curriculum abbastanza ampio.

Risaliamo alla genesi di tutto. Quando nasce il desiderio di far parte del mondo dello spettacolo e qual è stato il punto di partenza?

Fino a qualche anno fa ero alla ricerca di questo mio ambito prediletto, nel quale avrei voluto sfondare. Sono sempre stato un amante della televisione, sin da piccolo la guardavo con la mia famiglia. Stavo seduto sul divano, affascinato dagli ‘attoroni’d’oltreoceano che recitavano quei ‘filmoni’. Col passare del tempo, ho maturato che mi sarebbe piaciuto entrare in quel mondo, non più osservarlo da spettatore. È iniziato tutto abbastanza casualmente, quando – tre anni fa circa – decisi di fare uno shooting fotografico da Angelo “Altro Scatto”, uno studio di fotografia a Adrano. È stato qualcosa di immediato, perché io sono un po’ così: le cose le penso e le faccio, subito. È stata la mia prima esperienza, non ne avevo mai avute. Quando Angelo mi consegnò le foto, ne restai sorpreso, non mi aspettavo venissi così bene. Da quell’esperienza, partì tutto il percorso che mi porta fin qui oggi. Non è stato sempre semplice, si tratta, pur sempre, di un percorso abbastanza angusto, perché più vai avanti e più difficoltà trovi nel tuo cammino. A tal proposito, vorrei dirti che se sono arrivato, ad oggi, a questo piccolo traguardo, non è tanto perché sono un bel ragazzo, ma per la mia determinazione nell’affrontare le problematiche che la vita mi ha posto davanti. Non mancano, di certo, ragazzi dotati di bellezza. Ciò che manca, a volte, è, forse, il carattere. C’è chi alla prima difficoltà si ferma. E questo non è da me. Credo l’importante sia mantenere il focus su ciò che si vuole, oltre alla determinazione per raggiungerlo. Questo è alla base di tutto.

Adrano, il sosia di Can Yaman è un sognatore che non vuole montarsi la testa: “Mi chiamo Emmanuele, con due m”Cosa è accaduto dopo il primo shooting fotografico?

Iniziai a postare gli scatti sul mio profilo Instagram, in maniera amatoriale. Un giorno venni notato da persone appartenenti alla televisione e delle agenzie mi contattarono per fare dei provini e per incontrarmi dal vivo. Lo scorso anno mi chiamò una delle più grandi agenzie italiane del settore moda e televisione, la “Alex Model Agency”, per la quale lavoro tutt’ora. È stata per me una grande soddisfazione. Quando firmai il contratto ricordo che volevo piangere. Ho ripensato, infatti, a tutto il mio percorso, da quando sono partito e a tutti gli ostacoli che ho dovuto superare. Vedermi arrivare a quel traguardo non mi ha lasciato indifferente. Questo contratto segna per me un punto di partenza, non soltanto un punto d’arrivo. Non mi sento ‘arrivato’ perché ho firmato un contratto e ho fatto qualche lavoretto in questo ambito. Non finisce qui, ambisco sempre a crescere. Chi si ferma è perduto.

Cosa significa per te non fermarsi, andare sempre avanti?

Non mi piace la routine. Mi concentro sui dettagli che fanno la differenza tra me e qualcun altro. Mi confronto molto con le persone, per capire il punto di vista generale della società. Noto che molti si accontentano del lavoretto, della vita quotidiana, della loro zona di comfort, senza sconfinare troppo. Per non rischiare, tanti pensano: “ma chi mi ci porta?”, pensiero che si oppone fortemente al mio. Se tu vuoi una cosa, buttati, costi quel che costi. Indubbiamente questo comporta dei rischi: si può cadere o restare delusi, ma si vive anche così. La vita è fatta di questi attimi. E posso garantirti che – quando poi arrivi a certe soddisfazioni – ti senti realizzato, perché capisci che tutti i sacrifici che hai fatto, ti vengono ripagati.

La tua notorietà sta crescendo, particolarmente dopo l’articolo che ti ha dedicato il settimanale “Tutto”. Cosa sta succedendo, in questo momento, nella tua vita?

Al momento continuo a lavorare all’interno dell’azienda di famiglia. Tra gennaio e febbraio, ho in progetto di prendere un aereo e andare via, per lasciare il vecchio Emmanuele e iniziare a essere quello che desidero da anni in ambito professionale. Probabilmente andrò a vivere a Roma. L’articolo sul settimanale “Tutto” ha portato dei risultati eccellenti, sia io che l’ufficio stampa siamo rimasti spiazzati. Ci aspettavamo dei buoni risultati, ma non fino a questo punto. Il programma Rai “Uno mattina” ha dedicato un servizio proprio a questo articolo. Non sapevo nulla di essere finito persino sulla rete pubblica, è stato uno dei miei migliori amici a dirmi: “Stamattina ti ho visto in tv”. Gli ho risposto: “Che stai dicendo?”. Non l’ho presa troppo sul serio, anche se lui è un tipo molto preciso, ho anche pensato che stesse sbagliando. Incuriosito, ho fatto una ricerca e ho capito che era tutto vero. L’emozione è stata indescrivibile, come puoi ben immaginare. La notte seguente non sono riuscito a dormire. Posso definirlo il primo debutto ‘cartaceo’ -passami il termine- a livello nazionale. Si spera di fare presto quello ‘fisico’, diciamo così. Pongo le basi per arrivarci.

Non è da tutti continuare a lavorare nell’azienda di famiglia. Come coniughi la tua sfera professionale in tale ambito con il tuo quotidiano?

Se un domani dovessi riuscire nel mio obiettivo, starei semplicemente cambiando lavoro. Credo che il valore di una persona non sia attribuibile al lavoro che svolge ma a ciò che è realmente. È inutile montarsi la testa. Di cosa, poi? D’accordo, magari si fa un lavoro dove ti conoscono più persone, magari guadagni mille euro di più, ma quindi?

Adrano, il sosia di Can Yaman è un sognatore che non vuole montarsi la testa: “Mi chiamo Emmanuele, con due m”È il giusto approccio per svolgere il lavoro che fai come una professione vera e propria.

Non sono interessato a entrare in questo ambito per gli altri o per diventare famoso. Non è importante che le persone ti battano le mani o ti fischino, non mi è mai interessato. Lo faccio perché ho sempre avuto questa vocazione, questa voglia di andare dove magari qualcuno non riesce: oltre. Non lo faccio per essere al centro dell’attenzione, ma per una questione mia personale, per capire dove mi può portare la mia determinazione. La televisione è uno degli ambiti più difficili e inarrivabili, e, dunque, tra i più ambiti. Forse per questo ho scelto questo settore, non saprei dirti con certezza. So solo che è un qualcosa che voglio fare e che farò.

Com’è successo che sei stato definito il sosia di Can Yaman? Chi ha notato tale somiglianza?

Ti dico la verità: credo che le persone non si riferiscano tanto ad una somiglianza fisica in sé – dei tratti somatici – ma a una somiglianza di stile. Il capello lungo, la maglietta un po’ più scollata. Una bellezza ‘selvaggia’, come è stata definita dal settimanale “Tutto”. Penso si parli più di questo, quando mi si paragona all’attore turco. Anche perché – ti dico la verità – tutta questa somiglianza non la vedo. Ti spoilero anche qualcos’altro: molti mi hanno anche detto che sembro il personaggio del film “Acquaman”. Forse sono un mix tra quest’ultimo e Yaman, non saprei dirti (ride). Preferirei essere ricordato per ciò che sono io.

Hai già qualcosa in programma per un futuro prossimo?

Ci sono vari progetti – anche abbastanza importanti, ma non posso, per ora, dirti quali sono. Mi piacerebbe entrare nel mondo del cinema come attore e ciò comporterebbe, chiaramente, dello studio e degli altri sacrifici. Ma non mi spaventa, ho sempre fatto sacrifici e continuerò a farli. Mi piace tenere sempre i piedi per terra, non bisogna mai mostrarsi arrivati, arroganti. E neanche spacconi. Quando ci relazioniamo con qualcuno, dobbiamo sempre pensare che potrebbe passare un periodo difficile o una delusione. Magari quella parola detta per te a vuoto, per l’altro potrebbe pesare come un macigno. Chi ha passato periodi difficili e di sofferenza sa cosa vuol dire, ed evita di farli passare agli altri. La sensibilità è alla base di ogni relazione. Bisogna riflettere prima di adottare un determinato atteggiamento che potrebbe ferire qualcuno. Bisogna valutare, cosa che non fanno tutti. Oggi esiste il ‘dio io’: se una cosa mi fa stare bene la faccio, la dico, incurante dei sentimenti altrui. Sono degli atteggiamenti che non vanno a braccetto con il mio pensiero, perché so cosa si prova a essere feriti o presi in giro. Sensibilità è ciò che ci vuole per vivere bene.

A quanti ti seguono consigliamo, allora, di restare in attesa di alcune novità?

Ci saranno delle novità, sì. Qualcuna a breve termine – più piccole – altre a medio e lungo termine. Qualcosa in pentola bolle. Per ora lascio un po’ di suspense, che mi piace tanto (ride). Lo scoprirete presto, in ogni caso. Il mio profilo Instagram è il canale maggiore per le comunicazioni, il più aggiornato. O anche il mio profilo Facebook. Mi raccomando, Emmanuele con due ‘m’. Spesso molti mi dicono che non mi trovano, perché, appunto, scrivono il mio nome con una sola ‘m’.

Emanuela La Mela

Riguardo l'autore Emanuela La Mela

“Scienziata” della comunicazione e storica, nasce in un afoso agosto tropicale, poco prima della caduta del muro di Berlino. Cyndi Lauper e il jolly invicta resteranno sempre parte di lei. Nella vita si occupa di editing, correzione di bozze e giornalismo. Scrive di musica e cinema dal 2012. Non riesce a smettere di guardare Chi l’ha visto? e ama le cinéma français.

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