Paternò: la partita incerta tra Pannitteri, Virgolini e Naso. Ma senza riconciliazione sarà una brutta campagna elettorale

Paternò: la partita incerta tra Pannitteri, Virgolini e Naso. Ma senza riconciliazione sarà una brutta campagna elettorale

Ormai manca poco. I candidati sciolgono le ultime riserve.

Solo gli ultimi tre mesi e tra la fine di maggio e i primi di giugno si capirà chi sarà il nuovo sindaco della città di Paternò: con la conferma dell’uscente o la vittoria di uno degli sfidanti.

La città si interroga, quasi disorientata, sui temi proposti da tutti i candidati. Nel senso che ad oggi nessuno ne parla. Il dibattito si è incentrato sui nomi, sulle coalizioni, sulle trasmigrazioni (da un lato all’altro), sui nuovi acquisti (come se fossimo al calciomercato). Alchimie matematiche, somme e differenza, promesse di voto e valutazioni profetiche. Il tema più trattato è stato: quanti voti potenzialmente perdo o guadagno con questa e quell’altra alleanza. Tutti si chiedono, cosa ha fatto il sindaco per questa città e cosa propongono gli altri candidati.

Il candidato uscente gode di una certa tranquillità, ha il vantaggio di gestire una campagna elettorale con le risorse pubbliche, gli basta presentare quello che ha fatto o quello che avrebbe fatto, utilizzando i canali istituzionali. Può controllare ogni processo amministrativo fino al giorno dopo le elezioni, quindi controlla l’informazione, le risorse amministrative, il personale e il calendario dei lavori in corso. Dopo quasi quattro anni, adesso si concentrano tutti i possibili avvii di cantieri. Tutto si realizza prevalentemente negli ultimi sei mesi. Un vantaggio considerevole rispetto agli sfidanti che non godono degli stessi privilegi. Ma c’è il rovescio della medaglia: tutte le criticità irrisolte, gli impegni disattesi, le promesse non mantenute, le cose fatte ma non bene, oppure le cose mai fatte che vengono a galla, sono il territorio dialettico degli sfidanti. Le tante consulenze concesse a questa o a quella parte politica, corrispondono a molti malumori. Bisogna accettare entrambe le cose. Vantaggi e svantaggi per il sindaco uscente e non deve scandalizzarsi né stupirsi se – come lui stesso ha fatto cinque anni fa – si farà l’elenco delle sue incompiute; è una legge spietata che Mauro Mangano conosce benissimo.

Dall’altro gli sfidanti, non sappiamo ancora se tutti sono già in campo, per adesso sono Alfio Virgolini e Maria Grazia Pannitteri. Rimaniamo in attesa. Ad oggi ci pare che proprio Alfio Virgolini e Maria Grazia Pannitteri sono i competitor più accreditati per sfidare Nino Naso. Entrambi aggregano forze moderate; il primo di centro destra e la seconda di centro sinistra.

L’elettore dovrà decidere tra due modelli;

il primo è incarnato da Nino Naso, teatrale, passionale, populista ma spesso privo di concretezza. Incastrato in una congiuntura pandemica che non l’ha certamente agevolato, più volte si è impantanato nelle sabbie mobili della burocrazia amministrativa. Alcuni risultati sono stati raggiunti ma molte criticità che doveva affrontare sono rimaste lettera morta. I temi più complessi sono la questione dei conti pubblici e la pianificazione urbana. Due argomenti apparentemente affrontati ma nella sostanza mai approfonditi, ancora una volta vittima del fato. Anche sul fronte occupazione e cultura non tutto è andato come previsto e le falle sono evidenti. Bisogna riconoscere alcuni meriti, anche alcuni tentativi di cambiare l’armatura della macchina amministrativa, ma con la ‘scivolata’ della fontana di Piazza della Regione (quella che si vuole mutilare a tutti i costi) ha fatto un balzo indietro. Vedremo gli sviluppi.

Certo, Nino Naso potrebbe sorprendere tutti e fare bingo se volesse cambiare la rotta e puntare su alcuni suoi fedelissimi di altissima qualità: Francesca Coluccio e Andrea Lo Faro. Allora la musica cambierebbe. Ignazio Mannino e Luigi Gulisano non bastano per andare oltre. Serve più coraggio e lui potrebbe in qualche modo spiazzare tutti. La presenza della Lega nella sua coalizione (il quadrifoglio di Luca Sammartino) sarà utile o sarà un impedimento?

Il secondo modello è quello di Alfio Virgolini, comunque più orientato a scardinare il torpore di questi ultimi cinque anni per lanciare una nuova classe dirigente giovane che vuole ripartire dalle cose non fatte, dalle criticità ancora aperte per dare risposte concrete. Un progetto che punta sulla qualità, sulle competenze, sul rinnovamento. Certo la notizia che a Paternò non sono stati attribuiti i fondi per la progettazione territoriale è la prova che qualcosa nell’esperienza Naso non ha funzionato. Bisogna ripartire proprio da queste necessità. Captare i fondi del PNRR con nuovi progetti. Questa è la sfida a cui si dovranno dedicare i candidati, questa è l’eredità che lascia il sindaco uscente. E non funziona più la favola del progetto civico. I partiti ci sono e sono impegnati in prima linea in tutte le proposte. Le regionali sono dietro l’angolo e tutti vogliono il “gruzzoletto” che uscirà dalle comunali. Gaetano Galvagno segue da vicino ogni evoluzione di questa coalizione.

Ma c’è poi una terza possibilità, l’avvocato Maria Grazia Pannitteri con Anthony Barbagallo come sponsor, ultima in ordine di presentazione. Tiene insieme una coalizione di centro sinistra (Verdi, 5 stelle, PD e Ligrestiani) con un motore propulsore rappresentato dal gruppo di Filippo Condorelli. Anche questa coalizione è molto competitiva e articolata. C’è tanta esperienza e molti giovani candidati. Un volto nuovo, quello del candidato che potrebbe raccogliere il consenso degli indecisi e di tanti che non vorrebbero votare. Ma deve dimostrare di essere veramente alternativo a Nino Naso, perché alcune aderenze devono essere risolte. Nei prossimi giorni capiremo meglio e molto dipenderà dalle dichiarazioni programmatiche e dalle posizioni di alcuni componenti della coalizioni, in precedenza troppo vicini all’amministrazione.

Tra Alfio Virgolini e Maria Grazia Pannitteri, l’elettore sceglierà chi forse andrà al ballottaggio che vede – almeno sulla carta – il sicuro ingresso in finale del sindaco uscente. Cosa succederà? Le liste trascineranno i loro candidati? Virgolini è sicuro di farcela, Pannitteri è consapevole delle difficoltà e Naso pensa già di essere il futuro sindaco, ma nulla è scontato e l’elettore può ancora cambiare e ribaltare il destino di questa città in un attimo.

Cosa ha fatto il sindaco uscente per la città? Cosa propongono Alfio Virgolini e Maria Grazia Pannitteri di nuovo e concreto?

Sono le domande che tutti noi ci facciamo in questi giorni.

Agli sfidanti il compito di proporre un progetto diverso, a questo punto più concreto e fattibile. Il loro vantaggio è che non devono fare gli esami per quanto svolto o non svolto ma a loro si chiede chiarezza, visioni, operatività, capacità di sintesi nell’individuazione delle criticità da risolvere. Sono cose che devono essere raccontate agli elettori che nel frattempo maturano una forma di apatia e depressione che potrebbe essere la causa dell’astensionismo (prevista per oltre il 40%). Sarà una campagna elettorale molto difficile per tutti. Il risultato è tutto da scrivere.

La gente vuole risposte vere.

Vuole servizi, opportunità, sicurezza, occupazione e bellezza. Ma desidera che tutto questo sia per tutti, accessibile e trasparente. Si vuole sentire bene e presa in considerazione. Desidera essere ascoltata per uscire da quell’atavica sensazione che tutto cambi per non cambiare nulla. Insomma, serve una sveglia, una novità, accompagnata dalla consapevolezza che solo i migliori uomini e le migliori donne possono prendere in braccio questa città e portarla verso una dimensione più metropolitana. Se la politica non ha il coraggio di selezionare le migliori risorse per dare una svolta, molti non andranno a votare e questo non fa bene a nessuno. Non vince chi ha più liste – riempite solo per fare volume – ma chi riesce a portare la gente a votare proponendo gente per bene e competente. Ma soprattutto argomenti. Soluzioni, e una riconciliazione tra le parti sociali. Qualcuno dice che questa città è solo un “paesazzo”, che ad oggi siamo isolati e fuori da ogni circuito metropolitano, ad oggi. Allora speriamo di uscire presto da questo torpore.

Aspettiamo un segnale, aspettiamo una svolta. Tutti i candidati possono essere i protagonisti di questa rivoluzione, in caso contrario stiamo solo assistendo dal divano di casa, in TV, a una banalissima partita di calcio parrocchiale.

Riguardo l'autore Francesco Finocchiaro

Architetto vitruviano. Credente convinto e appassionato delle religioni. Vive il suo lavoro come una grande passione . Esplora gli innumerevoli paesaggi dell’arte: dalla poesia al giornalismo, dall’architettura alla grafica, dalla comunicazione alle strategie urbane. Docente di storia dell’arte e filosofo dell’abitare. Convinto sostenitore del futurismo e che l’innovazione ha le sue radici nella memoria. Vorace lettore di Papa Francesco, di Pablo Neruda, Lucía Etxebarria e Omero. Vive l’architettura come un Pitagorico, in forma mistica e monastica come il suo architetto preferito, Peter Zumthor.

3 Comments

  1. A mio parere il Dipendente asp (in aspettativa) Naso deve scomparire dalla scena politica di Paternò come deve scomparire il Professore Mangano, in quanto con il loro operato hanno distrutto paternò. Naso si fa forte delle sue amicizie che si ha creato elargendo buoni spesa, bonus e benefit a chiunque lo abbia votato.

  2. ci vuole il meglio per la nostra città e, sicuramente non saranno certo i Naso o i Virgolini, ambedue dipendenti asp ed ambedue impiegati di concetto, Nulla a che dire sul loro impiego,, però credo che chi amministra una città di 50 mila abitanti non può non avere un titolo di studio adeguato per comprendere cosa è una programmazione , un bilancio, i carichi di lavoro, la visione proggettuale, la distrubuzione del sapere etc etc,

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