Il G7 boccia la proposta di Putin di pagare in rubli: “Inaccettabile, è violazione unilaterale dei contratti”

Il G7 boccia la proposta di Putin di pagare in rubli: “Inaccettabile, è violazione unilaterale dei contratti”

Il G7 mette la pietra tombale sulla richiesta di Mosca di farsi pagare in rubli il gas da parte dei Paesi `ostili´ che l’hanno sanzionata: la richiesta «è una chiara violazione unilaterale dei contratti esistenti» e dunque il pagamento in rubli «è inaccettabile».

Ed è la stessa replica del portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, a far capire come è destinata a finire la querelle internazionale creata da Vladimir Putin dopo le sanzioni occidentali che hanno sequestrato metà delle riserve valutarie di Mosca e tagliato fuori dal sistema globale buona parte delle banche russe. Nessuna contromisura, almeno per il momento, ma l’avvertimento russo che sul gas «non faremo beneficenza»: «di sicuro non forniremo gas gratuitamente, questo è certo». Un messaggio che pare rivolto più alla `audience´ interna del Paese che ai leader e alle aziende occidentali, visto che sul gas non sono stati mai in forse i regolari pagamenti, ma piuttosto il fatto di effettuarli in rubli, come richiesto da Mosca pochi giorni fa, anziché in valuta forte come è stata la regola finora.

Con ogni probabilità, la partita del `gas contro rubli´ rischia dunque di sgonfiarsi come una bolla mediatica, come racconta più di una fonte del settore. Ma segnala anche il rischio di un’escalation delle sanzioni e contro-sanzioni che potrebbero avere un impatto grave sull’economia globale. Da una parte filtra, attraverso l’agenzia statale Ria Novosti, che entro il 31 marzo Putin si aspetta un rapporto dal Gabinetto dei ministri, dalla Banca Centrale russa e da Gazprom sull’attuazione del cambio valuta in rubli per il pagamento delle forniture di gas dai «Paesi ostili». Dall’altra persino un manager accorto e prudente come Claudio Descalzi, amministratore delegato di quell’Eni che fino al 2014 godeva di un canale privilegiato con colossi Gazprom e Rosneft, la mette giù seccamente: «l’Eni non pagherà il gas russo in rubli», «non ha rubli; i contratti prevedono il pagamento del carburante in euro e i contratti dovrebbero essere modificati per cambiare i termini».

Fra gli investitori, del resto, la gran parte sono convinti che la minaccia di Putin si risolverà come quella, fatta poco dopo l’inizio della guerra, di ripagare gli investitori dei Paesi ostili (fra questi l’Italia) in rubli per le scadenze dei bond russi. Minaccia poi smentita dai fatti, visto che le cedole arrivate a scadenza, di fronte al rischio di una dichiarazione ufficiale di default, sono state pagate in dollari quando era previsto dai contratti, e che proprio oggi emerge l’intenzione di Mosca di fare altrettanto sul pagamento di interessi e capitale di un bond da due miliardi di dollari in scadenza il prossimo 4 aprile. Il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck, in una dichiarazione fatta a nome della presidenza tedesca del G7, ha sottolineato la compattezza sul fatto che «i contratti saranno rispettati» aggiungendo che una simile richiesta mostra che il presidente russo Vladimir Putin ha «le spalle al muro».

Parole che vanno al di là di ogni formalismo diplomatico. Con la sua richiesta, del resto, Mosca non solo ha creato volatilità dei prezzi (oggi il gas mette a segno quasi un +4%). Ha anche messo sul tavolo un meccanismo che da una parte avrebbe depotenziato ulteriori sanzioni, mettendo gli importatori di gas come Eni, e le loro banche, nella condizione di sostenere il tasso di cambio del rublo dovendosene approvvigionare quotidianamente. E dall’altra avrebbe avocato alla Banca centrale russa il privilegio di mettersi a `stampare´ una valuta che diverrebbe nel giro di pochi giorni indispensabile, e allo stesso tempo difficile da reperire. Sullo sfondo della `bolla´ dei rubli resta la difficoltà europea a sganciarsi dal gas di Mosca: «l’Europa dovrebbe guardare all’Africa per più forniture di gas», è l’invito di Descalzi che guida un gruppo in forte sviluppo nel Continente africano.

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