Il Santuario, i segreti non rivelati del giardino Moncada di Paternò

Il Santuario, i segreti non rivelati del giardino Moncada di Paternò

Ogni città ha i suoi luoghi fantastici su cui si adagiano storie antiche e misteriose.

Il Santuario, i segreti non rivelati del giardino Moncada di PaternòPalazzi stregati, cappelle incantate e sorgenti magiche. Ogni città ha il suo lato apparentemente oscuro e impenetrabile e dentro queste pieghe, fatte di racconti, tradizioni e superstizioni si insinuano gli uomini e gli Dei.

In un tempo pieno di incertezze e paure, tutti abbiamo bisogno di ritrovare una spiritualità amica, materna, accogliente. Le pandemie e le guerre – negli ultimi due anni – hanno aperto una voragine profonda nella nostra società e il conflitto tra scienza e religione si è fatto sempre più evidente. L’uomo con il suo sapere e le sue conoscenze è in grado di dare risposte certe e risolutive, oppure bisogna guardare altrove? Un conflitto inutile ed equivocato, spesso usato per allievare le paure e i dolori, con i saggi o i ciarlatani, in egual misura; e la distinzione tra queste figure è il punto più fragile di tutta la questione.

I luoghi del sacro sono presenti dentro le città e si sono stratificati sin dalla notte dei tempi, divenendo segni, spazi e gerarchie.

La natura è stata per molti secoli il centro di questo mondo fatto di vulcani, sorgenti, grotte, boschi e monumenti. La natura coincideva con la stessa idea del divino e la natura accoglieva le liturgie delle comunità organizzate. Nella nostra cultura, la natura si è manifestata sotto forma umana e da questo deriva tutta la nostra iconografia greco e cristiana. Poi ci sono i manipolatori, i millantatori e i truffatori di anime, da sempre e ancora oggi. Questi si sono insinuati nel conflitto tra paganesimo e cristianesimo e hanno sfruttato il potere mediatico della nuova religione di Costantino per emarginare il mondo antico fino a farlo sparire. Ma questo mondo esiste anche sotto nuove forme e riappare come il relitto di un naufragio, come i flutti del mare che non trovano un porto, una rotta, una direzione ma solo la necessità dell’esistenza ritualizzata.

Il Santuario, i segreti non rivelati del giardino Moncada di PaternòDentro questo quadro sintetico si colloca quanto sta avvenendo nella villa comunale di Paternò, quell’antica città dedicata a Hybla (Venere) che era ricca di spazi sacralizzati e depositaria di innumerevoli culti, molti dei quali si sono trasfigurati nel cristianesimo. Tra tanti, due sono forse il cardine di questo luogo misterioso: Afrodite e Demetra (versione greca) o se volete Venere e Cerere (versione romana), oppure il demonio (Venere finisce per incarnarlo per sempre) e la Vergne Maria.

Qualcuno è rimasto impigliato nelle antiche liturgie, quelle più naturalistiche, quelle pre-cristiane. Forse perché inconsapevole del fatto che nel frattempo, dopo San Francesco, anche la chiesa cattolica ha cercato di risolvere l’eterno conflitto teologico e iconografico tra la natura e la forma che diamo a Dio. Qualcuno ha semplicemente scordato di seguire le naturali evoluzioni che hanno portato all’attuale modernità, fatta di infinite differenze e di sguardi verso l’idea del divino e della sua “eventuale” incidenza sui fatti quotidiani. Una forma di sguardo verso Dio che non privilegia la ricerca della “consapevolezza” quanto invece la pretesa dell’incasso al banco.

Allora dentro una villa comunale (il Giardino Moncada di Paternò, in provincia di Catania) si realizza un santuario (fai da te) secondo le forme classiche dell’antichità. Un recinto, un bosco, le pietre templari per formare disegni liturgici e rituali segreti, scanditi dal calendario agro-pastorale e cosmologico. Qualche mese fa abbiamo registrato – in pochi- l’evolversi di questo fenomeno che forse trova la sua espressione evidente in quella fase oscura della pandemia che ancora oggi terrorizza le comunità “rurali”. Abbiamo aspettato il solstizio d’estate e la festa di San Giovanni per trovare conferma che quelle pietre collocate ad arte dentro il parco gioco dei bambini non era altro che la riproposizione di una certa ritualità neo-naturalistica di matrice pagana, strettamente collegata alla Dea Madre, a Demetra e forse ad altro ancora.

Durante la campagna elettorale i segni trovati a terra sono sembrati afferenti al nazismo o persino al satanismo (che poi insieme ci stanno); mentre quelle svastiche, le spirali, i solchi a terra, i segni sugli alberi, l’orientamento stesso del luogo scelto e tanto altro non erano che la “costruzione” di un santuario pagano nel XXI secolo. Non ci deve scandalizzare il termine “pagano” perché significa “coloro che abitando in campagna, lontano dalle città e non si sono ancora convertiti al cristianesimo”, quindi quasi coerente al nostro caso. In un precedente articolo dell’8 maggio 2022, volutamente criptico, avevamo tracciato una possibile spiegazione, nascondendo quelle intuizioni che oggi mostriamo apertamente. Aspettavamo la conferma del solstizio del 21 giugno per esporci con queste “verità provvisorie”. Era inutile esorcizzare o stigmatizzare gli eventi, serviva discrezione per indagare meglio sui fatti. Così è stato.

Da quell’articolo estrapolo una parte:

«La villa tra l’altro è uno spazio della memoria molto importante per la città. L’area è prima una tenuta dei Moncada, successivamente è destinata a parco pubblico e per questo progettato dall’ing. La Russa, lo stesso che Michelangelo Virgillito incarica per redigere il progetto del santuario della Consolazione … All’interno ci sono delle fontanelle d’acqua, quasi frizzante e il suo sottosuolo è ricco di acqua, lambito tra l’altro, da un antico condotto idrico proveniente dalla zona di Patellina (dei Templari). All’interno sono presenti alcune sculture … ma soprattutto la statua di Demetra (Cerere per i Romani), e un’opera di Pippo Russo e tante piccole leggende, fantastiche a antiche, persino misteriose. Demetra campeggia e domina lo spazio prospettico e ricorda la natura sacra di questa città, la sua dimensione pre-Cristiana, la sua vocazione agricola … mi sembra di intuire che gli attori del tempo nelle trasformazioni urbane e artistiche avevamo una maggiore conoscenza della storia e una più spiccata sensibilità, oggi sembra tutto dimenticato, mi sbaglio?»

Resta da chiedersi se è un diritto esercitare una liturgia di questa portata in un luogo pubblico senza le necessarie autorizzazioni.

Il Santuario, i segreti non rivelati del giardino Moncada di PaternòCapire e approfondire le ragioni antropologiche di un fenomeno sempre più diffuso – tra i giovani e non solo – e che spesso sfugge al controllo. Definire un campo o un limite, indagando sulle conseguenze etiche e morali di tale liturgia e se essa ha una influenza sulla libertà di pensiero, cioè se può scivolare nel plagio (anche se in genere molte religioni stanno ai bordi di questo concetto). Cosa hanno fatto o non hanno fatto “le chiese” ufficiali per subire queste emorragie culturali? La rotazione della chiesa di Santa Maria dell’Alto sull’acropoli, con l’ingresso che da ovest passa a est, c’entra qualcosa? Esiste un territorio della “riconciliazione” iconografica che possa rendere coerenti le diverse liturgie accogliendo il senso del divino comune? Basterà isolare i millantatori di spiritualità. Sono domande provocatorie che qualcuno coglierà certamente.

Tuttavia ci sembra utile, oggi più che mai, affrontare il tema con rigore scientifico e serenità d’animo senza accendere l’inutile caccia alle streghe tanto cara ai “puritani”. Da chiarire ancora le modalità costruttive del santuario che sorge sull’acqua (forse a danno del patrimonio pubblico) e soprattutto senza il controllo dell’ente pubblico.
Oggi era un rito propiziatorio ma la libertà di culto non significa che posso fare quello che voglio dove voglio. Quindi usciamo allo scoperto e parliamone senza pregiudizio. Cosa nasconde veramente questo luogo e la statua di Demetra in esso contenuta? C’è ancora il conflitto tra cristianesimo e paganesimo, in questa città, dopo 1400 anni? Cosa venne a fare San Filippo di Agira a Paternò, quali demoni doveva scacciare? E chi sono i sacerdoti o i custodi della memoria di questi antichi riti nella città? Qualcuno da tanto tempo usa misteri e ritualismi per gestire potere? Anche dentro il convento di San Francesco sull’acropoli avvenne un fenomeno simile nel 2009, c’è una relazione?
Sono domande che meritano risposte, restiamo in attesa di un contributo, anche privatamente. È interessante sentire anche il parere di voi lettori.
Questo “caos” è un frammento indecifrabile del logos, andrebbe indagato per ricondurlo alle leggi della gravità. Per adesso osserviamo spirali, cerchi, svastiche, pesci, tori, solchi, frutta, iconografie solari e materne.

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Riguardo l'autore Francesco Finocchiaro

Architetto vitruviano. Credente convinto e appassionato delle religioni. Vive il suo lavoro come una grande passione . Esplora gli innumerevoli paesaggi dell’arte: dalla poesia al giornalismo, dall’architettura alla grafica, dalla comunicazione alle strategie urbane. Docente di storia dell’arte e filosofo dell’abitare. Convinto sostenitore del futurismo e che l’innovazione ha le sue radici nella memoria. Vorace lettore di Papa Francesco, di Pablo Neruda, Lucía Etxebarria e Omero. Vive l’architettura come un Pitagorico, in forma mistica e monastica come il suo architetto preferito, Peter Zumthor.

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