Elezioni regionali, il no di FdI alla Prestigiacomo dopo il ritiro di Musumeci: ora la scelta del nome è un rompicapo

Elezioni regionali, il no di FdI alla Prestigiacomo dopo il ritiro di Musumeci: ora la scelta del nome è un rompicapo

Anche per il suo ritiro dalla corsa a presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci sceglie Facebook: “Basta con quest’interminabile mercato nero dei nomi.

Cercatevi un candidato che risponda alle vostre esigenze…”. Un messaggio stringato, arrivato ieri a metà pomeriggio, che pareva aprire le porte all’intesa fra La Lega e Forza Italia sul nome di Stefania Prestigiacomo come candidata del centrodestra. Un’apertura durata poche ore: in serata è arrivato il veto di Giorgia Meloni via Twitter, con le stesse pregiudiziali espresse e poi superate da Salvini.

«Abbiamo sempre difeso l’unità del centrodestra e continueremo a farlo, anche in Sicilia, dove il candidato migliore per noi rimane Nello Musumeci. Una cosa, però, non ci si può chiedere: sostenere un candidato che saliva sulla Sea Watch con il Pd». Traduzione: Matteo ti sei fatto convincere da Berlusconi e sorvoli sulla vicenda Sea Watch, noi no. Tutto da rifare dunque: non è bastato convincere Salvini sulla figura della Prestigiacomo, ora Silvio Berlusconi e Gianfranco Miccichè si ritrovano di fronte la stessa obiezione da parte di Fratelli d’Italia Di sicuro c’è che nell’arco di 24 ore è tramontato lo scenario della spartizione delle regioni più importanti: Sicilia alla Lega con candidato il segretario regionale Nino Minardo, Lombardia a Forza Italia con Letizia Moratti in corsa per il Pirellone e Lazio a Fratelli d’Italia nel 2023. Sulla carta una spartizione che accontentava tutti. Tranne Gianfranco Miccichè, che un passo indietro l’ha già fatto per le comunali di Palermo e di farne un secondo non ne ha la minima intenzione. Da qui la telefonata con Salvini del cavaliere prima e Miccichè poi che hanno convinto il leader del carroccio a togliere il veto sulla Prestigiacomo.

«Legittimo che Fratelli d’Italia, di fronte a una candidatura sostenuta dalle altre forze della coalizione di centrodestra, possa riflettere e discuterne, anche al proprio interno – sottolinea Miccichè – Attendiamo fiduciosi che maturino certi convincimenti, anche perché l’alternativa solo la rottura dell’unità del centrodestra».

Forza Italia alle ultime comunali di Palermo ha dimostrato di essere il primo partito del centro destra con il 15,3 per cento contro il 13,7 di Fratelli d’Italia e il 7,1 per cento della Lega. Un dato facilmente replicabile a livello regionale. Possibile dunque non avere un proprio candidato sia a Palermo che per la Regione? Evidentemente no. «Noi abbiamo favorito la semplificazione del quadro politico dando la disponibilità a sostenere proposte di Forza Italia – commenta Nino Minardo, pronto per un seggio sicuro alle politiche – Serve fare presto con centrodestra unito e proposta capace di fare sintesi in tutta la coalizione». Chi è rimasto spiazzato è Ignazio La Russa e Fratelli d’Italia, soprattutto dal ritiro di Musumeci. «Ancora adesso continuo a non capire questo ostracismo verso il miglior candidato possibile per il centrodestra. Credo che Fratelli d’Italia ringraziare Nello Musumeci per quello che ha fatto anche per questo gesto di signorilità La coalizione dovrà ora scegliere un candidato che abbia la situazione fiducia di tutti i partiti del centrodestra, compresi autonomisti e centristi». Che per Giorgia Meloni, almeno per oggi, non è Stefania Prestigiacomo.

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