Bologna, giocava nella Sancataldese il 27enne che ha ucciso a martellate l’ex compagna: originario di Senigallia

Bologna, giocava nella Sancataldese il 27enne che ha ucciso a martellate l’ex compagna: originario di Senigallia

Per una delle sue ultime stories, pubblicata sei giorni fa su Instagram, dove aveva circa mille follower, aveva scelto una canzone di Jovanotti, «Ricordati di vivere».

A distanza di pochissimo, però, Alessandra «Sandra» Matteuzzi, 56enne bolognese, è stata uccisa a martellate dal suo ex compagno, Giovanni Padovani, un calciatore 27enne originario di Senigallia, in provincia di Ancona. Il tutto è accaduto nel cortile del condominio del suo palazzo, al civico 42 di via dell’Arcoveggio, dove l’uomo, fermato per omicidio, probabilmente la stava aspettando.

«Loro avevano una frequentazione a distanza, perché lui faceva il calciatore in Sicilia, quindi si sono visti poche volte: era un anno e poco più che si conoscevano, però, da gennaio, ha iniziato ad avere delle ossessioni su di lei. Si vedevano poco, circa una volta al mese; poi avevano passato un periodo di qualche giorno insieme, perché lui era in periodo di pausa calcistica ed era stato qua con lei, ma sono successe brutte cose: aveva rotto dei piatti e dei bicchieri, si era arrampicato dalla terrazza, staccava la luce generale del suo appartamento da sotto e le faceva gli agguati nelle scale», ha raccontato, in lacrime al Tg Regione Emilia-Romagna, la sorella della 57enne, che durante l’aggressione brutale le stava parlando al telefono.

«Ho sentito le urla, perché lei è scesa dalla macchina e ha iniziato a urlare come una pazza, dicendo `No Giovanni, ti prego, aiuto´. Io ho chiamato immediatamente i carabinieri, che sono arrivati subito, perché abito purtroppo a 30 chilometri da qui ma, alla fine, l’ha massacrata di botte, perché non è riuscita neanche a entrare qua, dentro al portone». Il 27enne, negli anni, ha militato in diverse squadre di calcio di serie D e da circa 15 giorni giocava nella Sancataldese, società che ha sede a San Cataldo, in provincia di Caltanissetta. «Il ragazzo era stato messo fuori rosa da noi perché sabato sera, prima della partita, tra la mezzanotte e l’una, è andato via dal ritiro senza dare comunicazione a nessuno: domenica mattina abbiamo saputo che non c’era più – spiega Salvatore Pirrello, l’avvocato che rappresenta la squadra -. Da quanto ho capito, sabato, parlando con alcuni compagni, aveva detto che sarebbe andato via perché non sentiva le condizioni di poter giocare, a livello mentale, ma non so di che problema si trattasse (diciamo che poi lo abbiamo capito quale potesse essere)». Nessuno, però, all’interno della squadra risultava a conoscenza dei dettagli della sua vita personale.

«Diceva che stava rientrando a casa perché non poteva più stare qua, ma della questione della ex compagna non ne aveva parlato e anche noi non la conoscevamo – aggiunge il legale -. Avevamo capito che, per andarsene via, doveva essere successo qualcosa di particolare, però lui, ieri, aveva contattato qualcuno dicendo di voler tornare perché aveva risolto i suoi problemi. Noi, però, gli abbiamo detto che non c’era bisogno ritornasse e che doveva cercarsi altre squadre». Sul profilo social di Matteuzzi, già in mattinata, sono apparsi i primi commenti di sgomento e di cordoglio per la sua scomparsa: «Sono addolorato per la malvagità sferrata contro di te da quel criminale di 27 anni. Mi auguro che gli sia dato l’ergastolo»; «Un dolore infinito per chi ti amava (veramente) adesso. Non meritavi questa fine, come nessuna delle vittime di questo tipo di reato. Le pene vanno inasprite per il femminicidio». Come confermato dalle forze dell’ordine, accertamenti e indagini sono ancora in corso.

Intanto, le attiviste di Non una di meno Bologna, hanno espresso tutta la loro rabbia per l’ennesimo caso di violenza sulle donne e sulla loro pagina Facebook hanno scritto: «Mentre i crimini tendenzialmente scendono, la violenza sulle donne non ha fine, anzi aumenta senza tregua. Dal 1° agosto 2021 al 31 luglio 2022, le donne uccise per mano di un partner o un ex partner, padre o fratello, sono state 125, quasi 20 in più dello scorso anno, in media più di una donna ogni tre giorni». Sul caso è intervenuto anche il sindaco di Bologna, Matteo Le pore, che ha dichiarato: «Come amministrazione comunale vogliamo costituirci parte civile nei due terribili casi di violenza contro le donne, avvenuti a Bologna: una violenza sessuale ai danni di una giovane turista finlandese e il femminicidio sotto casa di un’altra donna, per mano dell’uomo che la perseguitava, fatti che affondano le radici in una cultura di prevaricazione e di odio di uomini contro le donne. Ci riguarda eccome e nessuno deve sentirsi assolto o girarsi dall’altra parte». Nell’ultima storia Instagram di Padovani, pubblicata circa 24 ore fa e ancora visibile, compare l’immagine in bianco e nero dell«autostrada e una delle didascalie sotto una foto su Facebook recita: «Vivo di gesti, non di chiacchiere. Solo quelli apprezzo veramente».

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