Paternò la città dei Presidenti: Gaetano Galvagno dopo Ignazio La Russa. Mai un potere così forte

Paternò la città dei Presidenti: Gaetano Galvagno dopo Ignazio La Russa. Mai un potere così forte

Gaetano Galvagno eletto Presidente dell’Assemblea della Regione Sicilia.

Il più giovane della storia e il primo etneo; guida da ieri il Parlamento più antico del mondo e succede a Gianfranco Miccichè. Vive tra Hybla-Paternò e Catania e dedica tutta la sua vita alla politica. Moderato e nipote d’arte, di centrodestra, aderisce a Fratelli d’Italia qualche anno fa e determina con Ignazio La Russa – nuovo Presidente del Senato – un baricentro politico dal forte peso specifico in Sicilia. Vicinissimo al Primo Ministro Giorgia Meloni e assieme a Francesco Ciancitto – neo deputato alla Camera – costituisce “la meglio gioventù” della politica dei moderati di centrodestra di Paternò. Con Martina Ardizzone –  deputato regionale  dell’M5S – si completa la squadra dei politici eletti che provengono dalla città di Hybla-Paternò.

Quindi la città delle arance, dell’Acropoli di Hybla Major, delle Calinelle, dei cantastorie, della ceramica, dalla storia millenaria, si trova ad essere rappresentata dal Presidente del Senato, Ignazio La Russa; dal Presidente dell’Assemblea regionale della Sicilia, Gaetano Galvagno; dal deputato nazionale, Francesco Ciancitto e dalla deputata regionale Martina Ardizzone. Non era mai successo nella storia di questa città e potrebbe essere una vera occasione per l’intero territorio in termini di visibilità e di opportunità.

La sensazione è che questa nuova ‘gioventù’ è fortemente motivata e sente la responsabilità del ruolo assunto sul piano della rappresentatività politica e le attese stanno crescendo in maniera esponenziale perché la verità è che la città vive una forte depressione economica e culturale e questa stagione sembra proprio l’ultima occasione per rilanciare la comunità.

La politica regionale e nazionale dichiara di voler dare il suo contributo, ma basterà? Alcune riflessioni vanno condivise.

Quali saranno i rapporti di forza con il governo locale? Quale sarà il contributo dell’area di Gaetano Galvagno e Luca Sammartino nelle geometrie variabili del Consiglio comunale? Si costituirà l’asse verticale di collaborazione tra la scala locale e quella nazionale passando per quella regionale? Quale sarà il peso nelle nuove gerarchie politiche nell’imminente appuntamento delle future elezioni provinciali? Ma serve chiedersi, cosa e come reagirà la comunità di fronte a questi nuovi scenari? Perché se è vero che le attese sono certamente rivolte agli “eletti” con cariche utili e determinanti, è anche vero che la collettività deve essere all’altezza di questa opportunità.

Significa che questo è il momento di proporre – alla politica – idee, progetti, strategie – ovviamente inquadrate in un piano complessivo e sistemico – per riavviare un percorso rigenerativo di cui la città ha urgente bisogno. Un atlante di opportunità che possano riattivare i rapporti virtuosi con la città metropolitana, con le aree interne e con il sistema Etna-Simeto. La collettività, quindi, è chiamata a proporre, sollecitare e sostenere nuove idee. Non si tratta di recuperare dall’armadio vecchie carpette impolverate ma pensare a una città nuova, a una nuova fase di ripresa, che punti sulla legalità, sulla sostenibilità, sulla qualità, sull’umanità e sulla socialità.

Questa congiuntura – propizia e utile – deve essere colta da entrambe le parti e per questo condividere le responsabilità. Se possiamo e dobbiamo aspettarci una maggiore attenzione da parte della politica sul piano della visibilità e delle risorse disponibili, dobbiamo anche pensare a due aspetti che hanno il loro peso: sviluppare una certa capacità propositiva e proteggere il buon nome della città, evitando plateali “strafalcioni”.

Dopo le elezioni comunali, regionali e nazionali, non rimane che rimboccarsi le maniche per ripartire dopo mesi di strana apatia in città. Per rendere vivo anche il compito delle opposizioni, compito necessario per esercitare la democrazia, compito che necessita di determinazione, di competenza e di coerenza. Evitando le aderenze e i conflitti d’interesse.

Il momento è epocale, ed è inutile sottolineare che non si tratta di una questione di sterile “patriottismo” localistico ma di riattivare una visione di sistema e di costellazione pensando alla città metropolitana, alla funzione cerniera del distretto Hybla-Paternò, Ragalna e Santa Maria di Licodia devo assolvere nei confronti delle aree interne. Significa accelerare gli impegni sulla metropolitana, sulla riattivazione della ferrovie delle arance (Motta-Paternò-Regalbuto) e sulle infrastrutture utili per connettere l’Etna con il Simeto. Significa recuperare i patrimonio diffuso del patrimonio culturale e ambientale a partire dall’acropoli di Hybla, dell’acquedotto romano, dei centri storici e del tessuto rurale di pregio. Recuperare e rilanciare il paesaggio che significa mettere la basi per attivare una delle più reddituali industrie: il turismo.

Siamo alla svolta e adesso aspettiamo le occasioni per essere operativi e concreti. Ma serve un progetto innovativo per la città e il suo territorio, di rottura – oltre che sui contenuti anche sul piano metodologico – con le direttrici fino adesso perseguiti. Dobbiamo essere speranzosi e positivi ma dobbiamo essere anche critici e attenti. Non abbiamo più scuse, nessuno delle parti: sia la politica che la comunità.

Non ci rimane che fare gli auguri a Gaetano Galvagno, nuovo Presidente dell’assemblea della regione Sicilia e al Presidente del Senato, Ignazio La Russa, insieme a Francesco Ciancitto, deputato nazionale e a Martina Ardizzone, Deputato Regionale. Adesso tocca a noi.

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Riguardo l'autore Francesco Finocchiaro

Architetto vitruviano. Credente convinto e appassionato delle religioni. Vive il suo lavoro come una grande passione . Esplora gli innumerevoli paesaggi dell’arte: dalla poesia al giornalismo, dall’architettura alla grafica, dalla comunicazione alle strategie urbane. Docente di storia dell’arte e filosofo dell’abitare. Convinto sostenitore del futurismo e che l’innovazione ha le sue radici nella memoria. Vorace lettore di Papa Francesco, di Pablo Neruda, Lucía Etxebarria e Omero. Vive l’architettura come un Pitagorico, in forma mistica e monastica come il suo architetto preferito, Peter Zumthor.

2 Comments

  1. Adesso onestamente, tocca a noi cittadini in parte, poiché se queste onorevolissime figure politiche vogliono continuare a fregiarsi positivamente di essere Paternesi proprio adesso è il momento di dimostrarlo: la città è allo sbando più totale amministrata da una classe politica inefficiente e inconcludente…
    Carissimi Presidente del Senato e Presidente dell’Ars è questa l’occasione propizia: scegliere se continuare a poter essere orgogliosi di essere “Paternesi ” o purtroppo vergognarsene.
    Ultima occasione.
    Riportate la città dove merita…
    Grazie
    Buon lavoro

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