Pallavolo, arbitro si dimette perché grassa: “Ma lo sport dovrebbe unire e non emarginare”

Pallavolo, arbitro si dimette perché grassa: “Ma lo sport dovrebbe unire e non emarginare”

Martina Scavelli, arbitro di pallavolo catanzarese di 35 anni, ha sempre questo sport, ma ha deciso di lasciare, a malincuore, l’attività da arbitro di Serie B perché il regolamento l’ha penalizzata nella sua attività visto che il suo girovita è di qualche centimetro superiore a quello previsto dal regolamento.

Per questo lo ha annunciato in un post su facebook scrivendo a Paola «Egonu, tu sei nera, io sono grassa!», scrive Scavelli annunciando le dimissioni dal ruolo di arbitro di serie B alla Fipav (Federazione Italiana Pallavolo).

«Non sopporto più di essere misurata e pesata come si fa con le vacche!», ha scritto la direttrice di gara calabrese. «Lo sport dovrebbe unire, anziché emarginare. E io non voglio più essere messa all’angolo per qualche centimetro o qualche chilo in più! Ho superato i valori previsti di BMI e circonferenza addominale (nulla di eccessivo). Ho ricevuto una penalizzazione di 3 punti nell’ambito del punteggio dirigenti di settore e l’esonero dall’impiego fino al raggiungimento dei valori previsti. La penalizzazione mi porterà, a fine stagione, a passare dalla serie B al campionato regionale, facendo un enorme passo indietro. Parametri fuori norma, certo, ma di poco. Un poco che non scalfisce la qualità del mio servizio. Come se tre dita in più sul mio girovita potessero mettere a rischio una partita di pallavolo che, tra l’altro, non prevede che l’arbitro corra per il campo come succede nel calcio. Le regole sono regole, io le ho accettate e le rispetto, ma non vuol dire che siano sacre e immutabili».

La Fipav ha affidato ad una nota la replica, senza comunque citare il caso specifico «al fine di chiarire e fugare dubbi sulla normativa vigente in materia di parametri antropometrici che gli ufficiali di gara devono rispettare».

«La normativa federale sui valori massimi di Bmi e circonferenza addominale è già in vigore dalla stagione 2017/18 per tutti gli arbitri, compresi gli addetti di staff impiegati nei campionati nazionali sulla base di una delibera del Consiglio Federale che deriva dal recepimento di una normativa della Federazione Internazionale per motivazioni sanitarie: l’health management plan programme. La Fipav, dovendo rispettare la regolamentazione internazionale ha fatto propria la normativa e da quel momento ha fatto sì che tali parametri vengano costantemente rispettati per il corretto e regolare svolgimento delle proprie attività sportive», spiega la nota Fipav. «Obiettivo primario della normativa internazionale in oggetto è la salvaguardia dello stato di salute della classe arbitrale che, come si potrà immaginare, è costantemente informata e aggiornata su eventuali cambiamenti dei regolamenti stessi. Ovviamente la Federazione Italiana Pallavolo e il suo settore ufficiali di gara all’inizio di ciascuna stagione agonistica coinvolge i propri tesserati impegnati nel settore arbitrale affinché conoscano la normativa vigente che, come detto, si pone il principale obiettivo della tutela della salute».

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