La Russa a ‘Belve’: “Se avessi un figlio omosessuale? Come se fosse milanista”. E le opposizioni protestano

La Russa a ‘Belve’: “Se avessi un figlio omosessuale? Come se fosse milanista”. E le opposizioni protestano

Se mio figlio mi dicesse di essere omosessuale? «Accetterei con dispiacere la notizia. Perché credo che una persona come me, eterosessuale, voglia che il figlio gli assomigli. Ma se non succede, pazienza. Sarebbe come se fosse milanista».

A pronunciare la frase che oggi ha fatto insorgere le opposizioni, e parte della società civile, è stato il presidente del Senato Ignazio La Russa, che rispondendo alle domande di Francesca Fagnani nel corso della registrazione della puntata di «Belve», andata in onda ieri sera in prima serata, è ricorso ad una metafora calcistica – giocando di sponda con la sua notoria passione per l’Inter – per offrire il suo punto di vista sul tema dell’omosessualità. Immediate le reazioni dell’opposizione con Alessandro Zan, deputato dem promotore della legge sui reati a sfondo omofobico, che a LaPresse ha definito «deprimente e offensivo» il paragone calcistico.

«Nelle parole di La Russa – ha detto Zan – c’è omofobia ma anche sessismo, quando dice che le donne di Governo del centrodestra sono meno belle ma più competenti, anche basta». Parla di «affermazioni indecorose» Laura Boldrini, alla quale fa eco la candidata alla segreteria del Partito democratico Elly Schlein: «L’unica sciagura per le famiglie italiane – ha twittato Schlein – è avere la seconda carica dello Stato che fa dichiarazioni omofobe, sessiste, e nostalgiche dimostrando la totale inadeguatezza al ruolo istituzionale che ricopre».

Anche dal Terzo Polo arriva la condanna nei confronti di La Russa, con il leader di Azione, Carlo Calenda, che si rivolge alla premier Giorgia Meloni: «Domanda – scrive Calenda – ma uno un pelo più istituzionale e meno fascio non lo avevate a disposizione?». Inevitabile la durissima reazione della comunità LGBTQ+: «Le parole del presidente del Senato sono inaccettabili, perché giustificano i pregiudizi dei genitori e colpevolizzano i figli – ha dichiarato Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay Lgbt+ -. La seconda carica dello stato deve chiedere scusa alla comunità LGBT+, che rappresenta il 15% degli italiani».

Dalla maggioranza, intanto, non si leva nessuna voce a sostegno della seconda carica dello Stato, segno del non volersi addentrare in una vicenda alquanto insidiosa. Invoca invece le scuse di La Russa il Movimento 5 Stelle, attraverso la vice capogruppo pentastellata al Senato, Alessandra Maiorino: «Il rischio è che legittimi linguaggi e comportamenti omotransfobici – dice -. Il presidente La Russa dovrebbe avere un sussulto di lucidità e come minimo chiedere scusa». Va oltre, chiedendo le dimissioni il verde Angelo Bonelli: «Le affermazioni sono indegne della carica che La Russa ricopre e non possono e non devono essere lasciate prive di conseguenze, si deve dimettere da Presidente del Senato».

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