Adrano, i giovani del Servizio Civile lavorano a pièce teatrale: in scena al ‘Bellini’ con i ragazzi del Centro Ars

Adrano, i giovani del Servizio Civile lavorano a pièce teatrale: in scena al ‘Bellini’ con i ragazzi del Centro Ars

I giovani del Servizio Civile Universale si adoperano alla realizzazione del loro progetto: un laboratorio teatrale con la collaborazione dei ragazzi dell’Ars, scuola professionale di Adrano. Giovani futuri chef, esperti in estetica e parrucco, mettono da parte mestoli, pennelli e pettini per calcare le tavole del palcoscenico del Teatro Bellini, attualmente in fase di ristrutturazione.

«È uno spettacolo inedito, si intitolerà “Il mio nome dietro la Virgola”» spiegano i giovani che da un anno a questa parte hanno come ‘residenza’ la Biblioteca Comunale di Adrano, un luogo ricco di amore e rispetto nei confronti di ogni singolo utente che varca la sua soglia, colmo di storie e di certo fonte d’ispirazione. Una dei giovani volontari, Miriam Caruso, con un’esperienza a livello editoriale in quanto autrice di una interessante trilogia, ha deciso di elaborare un racconto dal quale successivamente, con la collaborazione dei due colleghi Pamela Tomarchio e Umberto Settembrini e il supporto del regista della compagnia “U Diri” Angelo Ingrassia, è stata creata ed elaborata una sceneggiatura teatrale: un’avventura magica tra miti e leggende della Sicilia ma del tutto ambientata nella città di Adrano durante le feste patronali di Agosto. Un viaggio verso la riscoperta delle proprie emozioni ma anche un messaggio d’amore nei confronti del proprio territorio.
Grazie all’impegno del consigliere comunale Luigi Cancelliere e dei docenti dell’Ars che hanno accolto con gioia la proposta del progetto, gli studenti si impegnano con dedizione nella realizzazione dello spettacolo.

«Il nostro obiettivo è quello di proporre ai giovani un’attività che faccia mettere in gioco dei ragazzi con poca esperienza, favorire in loro il lavoro di squadra e farli affacciare a un nuovo mondo, nel quale possono riscoprire il piacere di un’attività artistica ed educativa, leggera e piacevole».

Come dice la protagonista del racconto, che poco amava il suo paese:
“Tanto tempo fa, io ho scelto di vivere la vita che ho sempre sognato e sono andata via; sono andata via poiché purtroppo miei sogni erano irrealizzabili nel mio paese.
Non è stata una scelta facile ma il coraggio di iniziare una nuova esperienza mi ha aiutata a superare la paura dell’ignoto, se si vuole qualcosa che non si è mai avuto, si deve essere disposti a fare qualcosa che non si è mai fatto”.
Se volete saperne di più, le porte del Teatro saranno aperte per voi questa primavera.

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