Adrano, la rivelazione a ‘Quarto Grado’: il telefonino di Anthony si è ‘spostato’ dopo la sua morte (VIDEO)

Adrano, la rivelazione a ‘Quarto Grado’: il telefonino di Anthony si è ‘spostato’ dopo la sua morte (VIDEO)

Il telefono di Anthony Bivona mandava messaggi da solo e si trovava a distanza dal suo proprietario dopo che egli era morto.

E’ la clamorosa rivelazione fatta ieri nel corso della trasmissione ‘Quarto Grado” di Rete 4 che ha dedicato un ampio spazio e due servizi alla vicenda del 24enne adranita trovato privo di vita sul pianerottolo della sua abitazione in Germania con una corda attorno al collo.

Ospite di Gianluigi Nuzzi una delle due sorelle di Anthony, Mary.

Grazie ad un’applicazione – cosiddetta ‘app’ – che Anthony utilizzava per affittare la bici e il monopattino e che geolocalizza la posizione dell’utente, uno dei consulenti tecnici della famiglia è riuscito a scoprire che alle 4.05 di mattina, ore dopo la morte di Anthony, avvenuta tra il 17 e il 18 luglio del 2021, il suo telefonino si era ‘spostato’. Non solo: intorno all’una, poche ore prima che il telefonino si trovasse lontano da Anthony, una mano misteriosa ha cancellato una telefonata che un amico dell’adranita gli aveva fatto su ‘whtasapp’. La chiamata è rilevabile dal telefonino dell’amico.

Nel corso della trasmissione è stata rilevata l’inadeguatezza delle indagini compiute in Germania sulla base delle quali il caso era stata frettolosamente archiviato come suicidio. Mary Bivona, sorella di Anthony, ha tratteggiato il profilo di Ilayda, la fidanzata di origini turche del fratello. La donna era alla guida della Mercedes di Anthony quando ha avuto un incidente che ha distrutto l’auto. L’incidente ha provocato una lite tra Anthony e Ilayda. In uno dei due servizi proposti è stato spiegato che in più occasioni la ragazza aveva minacciato Anthony con una ‘taser’, la ‘pistola’ elettrica che immobilizza il corpo della persona colpita. La sorella Mary ha anche raccontato che in videochiamata, la sera dell’incidente con l’auto, il fratello non aveva graffi al volto. Segni che, invece, ha rilevato quando assieme alla famiglia si è recata in Germania per il riconoscimento del cadavere.

Ricordiamo che la Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione del caso. Richiesta alla quale si oppongono fermamente i legali della famiglia i quali hanno chiesto l’acquisizione del fascicolo tedesco e altri rilievi tecnici che possono dare una nuova luce al caso. “Vogliamo la verità su Anthony – ha sottolineato Mary Bivona – lui era un ragazzo che amava la vita, mai e poi mai avrebbe deciso di suicidarsi”.

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