Adrano, a Santa Lucia i funerali del cardiologo Pippo Laudani officiati dal vescovo Schillaci: il ricordo di un amico

Adrano, a Santa Lucia i funerali del cardiologo Pippo Laudani officiati dal vescovo Schillaci: il ricordo di un amico

Si terranno oggi alle 16.00 nella Chiesa di Santa Lucia di Adrano i funerali di Pippo Laudani, il cardiologo 64enne morto lunedì dopo una breve malattia.

A officiarlo sarà il vescovo di Nicosia, Giuseppe Schillaci. Come il presule, Laudani era uno dei “Ragazzi di Santa Lucia”, formatisi sotto la guida spirituale di padre Giuseppe Calambrogio.

A un altro ex ragazzo di Santa Lucia, l’avvocato Pippo Currao – già vice sindaco di Adrano – il Corriere Etneo ha chiesto un ricordo dell’amico scomparso.

L’incontro con Pippo avvenne all’età di nove anni. Già c’era un trio storico, io, Roberto Currao e Nino Coco. La prima impresa che abbiamo compiuto assieme è stata quella di comprare un pallone di calcio (600 lire, 150 ciascuno; oggi, sarebbero soltanto 30 centesimi ma allora, per noi almeno, era una fortuna), per giocare per strada, nel cortile sotto casa mia o nello spiazzale davanti il magazzino di mio padre e dei miei zii a S. Alfio.

La seconda impresa fu molto più complessa e costosa (ma già avevamo 13 – 14 anni): costruire un tavolo da ping pong. Roberto aveva uno zio che faceva il falegname, comprammo una tavola di masonite e ce la facemmo tagliare secondo le dimensioni regolamentari. Poi, la tavola, così tagliata, ce la caricammo sulle spalle e, attraversando gran parte del paese, l’abbiamo portata fino al magazzino a S. Alfio. Lì l’abbiamo colorata di verde ed abbiamo anche dipinto i bordi e la linea centrale di bianco. Il tavolo da ping pong era pronto, delle casse di plastica fungevano da cavalletto, mancava solo la rete che riuscimmo a comprare con i nostri risparmi. Potevamo giocare a ping pong tutto il giorno, liberamente, senza dover aspettare il turno.

La terza impresa fu quella più divertente, ricca di scherzi e di risate (15 – 16 anni). Pippo aveva una casa alle vigne. Riuscimmo a convincere i nostri genitori a lasciarci lì da soli per una settimana. Immaginate quattro ragazzi soli, in piena libertà. Non tutto si può raccontare ma un episodio epico va narrato. Un giorno, decidemmo di preparare per pranzo delle polpette di patate ma non avevamo il senso della misura, perciò decidemmo di usare tutti e cinque i chili di patate che avevamo, una decina di uova e non so quanto pecorino. L’impasto era riuscito molto bene e cominciammo a friggere queste polpette di patate ma, dopo due ore di frittura, quella montagna di purea sembrava non diminuire mai. Allora il lampo di genio: facciamo le polpette grandi quanto tutta la padella. Abbiamo mangiato polpette di patate per due giorni.
Poi, la vita, la professione, la famiglia ci hanno fatto perdere un po’ di vista ma ogni volta che ci rincontravamo era sempre una grande festa. La gioia e la spensieratezza di una vita vissuta insieme, nessuno ce le potrà mai portare via, nemmeno la morte. Addio, compagno di una vita, che Dio ti accolga nella Sua Casa Celeste.
Pippo Currao

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