Palermo, ragazza stuprata: il minore torna in carcere dopo i video su TikTok. Trasferiti gli altri sei

Palermo, ragazza stuprata: il minore torna in carcere dopo i video su TikTok. Trasferiti gli altri sei

Torna all’Istituto di pena minorile Malaspina di Palermo il più giovane del gruppo di sette ragazzi accusato di aver violentato la notte del 7 luglio una ragazza di 19 anni in un cantiere abbandonato al Foro Italico.

E’ durata qualche giorno la sua esperienza in una comunità di recupero.

La gip Antonina Pardo ha accolto la richiesta della procuratrice per i minorenni di Palermo, Claudia Caramanna, di aggravamento della misura cautelare. Secondo la gip, l’indagato ha pubblicato alcuni video su TikTok, violando le prescrizioni del magistrato. Filmati in cui si vanta dei messaggi ricevuti da diverse fan. Il giovane sulla piattaforma social ha postato anche alcune frasi come «chi si mette contro di me si mette contro la morte».

Nel provvedimento si fa riferimento a tre filmati pubblicati da profili social riconducibili all’indagato, che per i carabinieri e la procura per i minorenni sono stati postati dal lui. Contenuti multimediali che nei giorni scorsi sono stati analizzati e molti esperti hanno bollato come fake. Per la giudice non sono stati confezionati da terzi, ma dal giovane in comunità. Nell’ordinanza la giudice sottolinea che, «in seguito agli accertamenti compiuti sul telefono cellulare sequestrato al minorenne al momento dell’applicazione della misura cautelare, sono emersi contenuti, in special modo su TikTok, che tratteggiano la personalità di un giovane che, lungi dall’aver avviato un percorso di consapevolezza del gravissimo reato commesso», avendo «ottenuto condizioni di maggiore libertà con l’inserimento in comunità», ha continuato a utilizzare il telefono cellulare per «vantarsi delle sue gesta e per manifestare adesione a modelli comportamentali criminali».

L’esame attento dei messaggi e dei commenti dopo lo stupro scritti agli altri presunti violentatori proverebbero che nel corso dell’interrogatorio avrebbe mentito al giudice sul suo «pentimento» e non avrebbe detto la verità sulle fasi della violenza sessuale. Le sue dichiarazioni, scrive la gip, «hanno avuto una valenza assolutamente strumentale volta unicamente a ottenere l’attenuazione della misura». In una chat con un altro presunto protagonista dello stupro vi sono alcuni messaggi vocali (inviati subito dopo i fatti) del tenore «Cumpà l’ammazzammu!» e «Cumpa ficimu un macello n’addivertemma». E poi sempre più nei dettagli di quanto successo, con espressioni volgari, specificando che «in un quarto d’ora» la vittima «si è sentita male ed è svenuta più di una volta». L’altro giovane coinvolto alla fine mostra il proprio sdegno per quanto accaduto, ma il minore gli risponde: «Ahaha troppo forte, invece».

Mentre il più giovane rientrava nell’istituto di pena, gli altri sei arrestati sono stati trasferiti dal carcere palermitano di Pagliarelli in altre sei strutture della Sicilia. Il trasferimento è stato disposto dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria su richiesta della direzione del carcere per motivi di sicurezza, e vista l’impossibilità di garantire il divieto di incontro imposto dal giudice ai sei indagati, dal momento che le sezioni protette del penitenziario sono soltanto quattro. Ma Angelo Flores, Gabriele Di Trapani, Cristian Barone, Samuele La Grassa, Christian Maronia ed Elio Arnao sono stati soprattutto trasferiti per garantire la loro sicurezza. Al Pagliarelli per loro era pronta una dura lezione da parte di altri detenuti. Un piano che sia la polizia penitenziaria, sia la direzione del carcere avevano intercettato nei giorni scorsi. Fra le destinazioni in Sicilia ci sono gli istituti di Termini Imerese e Castelvetrano.

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Riguardo l'autore Redazione

1 Comments

  1. Con una palla al piede tutta la giornata in un campo agricolo sotto il sole senza senza possibilità di una zona d’ombra

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