Ufo, gli extraterrestri sono pietre venute dal cielo

Ufo, gli extraterrestri sono pietre venute dal cielo

Nell’universo è probabile che ci siano altre forme di vita: troppo grande per accogliere solo gli ospiti attuali del pianeta terra.

E non ci sono dubbi che da sempre qualcosa di “alieno” è arrivato sulla terra, tipo asteroidi e materiali vari. Ma da qui ad affermare che gli “extraterrestri” hanno dato inizio alle prime civiltà – vedi le piramidi – sarei più cauto. C’è una copiosa letteratura in questo senso che dimostrerebbe con congetture ardite e fantasiose che qualcuno è sceso dalle stelle, ha assegnato i compiti alla specie umana e poi si dileguato misteriosamente, in qualche caso ritornando per dare un’occhiata.

Gli avvistamenti, in ogni dove e in ogni tempo, determinano uno storytelling sempre vivo, attuale e realistico. Dall’Area 51 negli Stati Uniti d’America alle piramidi egiziane. Ci sono programmi sulle reti nazionali che martellano ogni giorno, insinuando dubbi, prefigurando scenari ma senza dimostrare di fatto nulla. Forse, si presume, immaginiamo, per concludere con l’espressione più ripetuta: questa è la prova dell’esistenza degli extraterrestri.

Ci si appella a segni, forme, simboli, ricorrenze e ridondanze. Allineamenti, coincidenze e spesso voli pindarici verso una realtà improbabile. Assoluto rispetto per gli studiosi che esplorano questa possibilità ma sinceramente ho qualche dubbio sul rigore scientifico e sui presupposti metodologici della ricerca.

Che qualcosa caduto dal cielo possa aver innescato processi evolutivi ci può stare.

Che l’uomo abbia sentito l’esigenza di narrare questi avvenimenti con un atlante di figure e simboli non ci sono dubbi. Che fin dai primi passi dell’umanità, l’uomo, ha capito che c’era un rapporto tra le stelle, i pianeti e la sua vita terrena e che questa si è evoluta verso una trascendenza articolata e complessa è sicuro. Forse, proprio questa attitudine ha innescato la mappa immaginifica di cui l’uomo si serve per spiegarsi le cose inspiegabili: la morte, il destino, l’arbitrio e certamente il mistero della vita e della natura. Le stagioni, cicliche e variabili, sono diventate il campo di ricerca dei sacerdoti, quell’élite religiosa che ha avuto il compito di governare il calendario agro-pastorale, necessario per la sopravvivenza.

Attraverso liturgie spesso simili, nel tempo e nello spazio, le popolazioni, in funzione delle condizioni climatiche, delle opportunità derivate dai flussi migratori e delle risorse disponibili, hanno costruito un atlante ricco di ritualismi, utili per celebrare il legame ancestrale tra l’uomo e la natura, mediato e governato dalla dimensione divina.

Le forme di questo atlante, i segni ricorrenti hanno superato la prova del tempo, rinnovandosi, rigenerandosi, secolarizzando ogni gesto. Dal nomadismo che ha messo le basi per la costruzione di una mappa geografica del paesaggio del sacro alla cultura stanziale che ha determinato la forma del paesaggio stesso declinato in città e campagne.

Se volessimo rivedere la letteratura sui fenomeni extraterrestri, curvata attraverso il modello culturale del ritualismo e delle liturgie urbane, sociali e del sacro, possiamo determinare un’ipotesi interpretativa più coerente che non scarta le questioni di fantasia ma li colloca in un ambito della realtà mitologica, utile quanto quella storica.
Se vogliamo fare un esempio possiamo affermare che la mitologia del drago può rappresentare un ricordo “culturale” dei dinosauri. Le piramidi sono coerenti a questo modello, dimostrano come una società evoluta risolve un problema strutturale, simbolico e liturgico attraverso una forma ricorrente, orientata per fornire sempre un Dna replicabile ed esportabile.

C’è un equivoco di fondo nello studio delle architetture e delle opere d’arte, come se a tutti i costi si volessero inventare retropensieri “esoterici” che poi non sono altro che il linguaggio della trasmittanza delle conoscenze tra poco adepti. Il rischio è quello di costruire una storia parallela, non riconosciuta e snobbata dalla comunità scientifica che allontana l’uomo dalla ricerca della verità (provvisoria).

Gli Ufo sono un tema bizzarro.

Perché dovrebbero stare in orbita ad osservare gli uomini? La forma dei vettori supersonici cambia in funzione di nuove scoperte tecnologiche e la fantascienza spesso anticipa questo processo, attraverso una produzione ricca di soluzioni. In fin dei conti, Omero, Tasso e Verne avevano già determinato tutto mirabilmente.

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Riguardo l'autore Francesco Finocchiaro

Architetto vitruviano. Credente convinto e appassionato delle religioni. Vive il suo lavoro come una grande passione . Esplora gli innumerevoli paesaggi dell’arte: dalla poesia al giornalismo, dall’architettura alla grafica, dalla comunicazione alle strategie urbane. Docente di storia dell’arte e filosofo dell’abitare. Convinto sostenitore del futurismo e che l’innovazione ha le sue radici nella memoria. Vorace lettore di Papa Francesco, di Pablo Neruda, Lucía Etxebarria e Omero. Vive l’architettura come un Pitagorico, in forma mistica e monastica come il suo architetto preferito, Peter Zumthor.

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