Gioco d’azzardo, quasi 5 miliardi di puntate in Sicilia: manca una legge che argini il fenomeno

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Regolarizzare e contrastare il fenomeno del gioco d’azzardo e prevenire e curare le dipendenze patologiche di giovani e adulti attraverso iniziative di sensibilizzazione sociale ad ampio raggio. E’ quello che hanno chiesto i referenti della campagna nazionale ‘Mettiamoci in gioco’ per la Sicilia nel corso di un’audizione che hanno avuto presso l’assemblea regionale siciliana (Ars).Nell’ambito dell’audizione, avvenuto lo scorso 15 gennaio, infatti, presso la Commissione Salute Servizi Sociali e Sanitari dell’Ars, la campagna Mettiamoci in gioco, in rappresentanza delle realta’ che la sostengono, e’ stata invitata ad esprimere parere circa il contenuto del testo unificato del disegno di legge n.215-387 ‘Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico-disposizioni di legge contro il gioco d’azzardo per la protezione dei minori e le dipendenze patologiche’. La Sicilia e’ l’unica regione d’Italia che non ha ancora una legge che possa intervenire, per regolamentare in maniera capillare il fenomeno. I rappresentanti della campagna nazionale, presenti in audizione, Concetta Maglio e Gino Gandolfo hanno manifestato soddisfazione e condivisione al disegno di legge ed espresso il loro plauso alla convergenza di piu’ forze politiche sul testo; hanno evidenziato altresi’ la necessita’ che il testo regoli sulla situazione vigente e che abbia, insieme alla finalita’ costituzionale della tutela della salute, parimenti la tutela del risparmio degli interessi della collettivita’, salvaguardando soprattutto le fasce di popolazione piu’ deboli e maggiormente vulnerabili. Nel corso della seduta, inoltre, sono state presentate alcune proposte di emendamento al testo al fine di dare un contributo concreto alle azioni di prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo patologico, oggi Disturbo da gioco d’azzardo (DGA), divenuto una vera e propria emergenza sociale e sanitaria. Secondo i dati della ricerca Ipsad ed Espad, svolta nel 2017 dall’istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa, in Sicilia l’ammontare complessivo delle puntate effettuate dai giocatori e’ stato di 4 miliardi e 482 milioni di euro. La percentuale di giovani, di eta’ compresa tra i 15 e i 19 anni, che hanno giocato d’azzardo almeno una volta e’ di 43,7%. Un dato alto anche se e’ in calo rispetto agli anni precedenti. Di questi ragazzi, circa il 9% ha un profilo di rischio problematico. Si tratta di ragazzi che praticano giochi diversi e che giocano piu’ di tre volte a settimana spendendo piu’ di 50 euro al mese. In Sicilia il coordinamento della campagna Mettiamoci in gioco a cui aderiscono diverse associazioni e’ presente in tutti i 9 capoluoghi di provincia. In attesa della legge regionale la Sicilia si e’ avvalsa di un decreto dell’assessorato alla salute del 25 marzo del 2015 sull’approvazione delle linee guida sulla prevenzione del gioco d’azzardo patologico (Gap) per la prevenzione, la riduzione del rischio ed il contrasto delle dipendenze dal Gap. Inoltre il decreto Balduzzi del 2012 ha riconosciuto l’importanza di inserire i trattamenti sanitari per la cura del Gap tra le dipendenze trattate dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). “Auspichiamo fortemente che al piu’ presto il ddl in discussione diventi presto legge e possa avere un’immediata applicazione”, sottolinea la referente siciliana Concetta Maglio, psicologa e psicoterapeuta esperta nel disturbo da gioco d’azzardo. “Inoltre, occorre ancora di piu’ incrementare un lavoro di rete su tutto il territorio al fine di sensibilizzare la societa’ civile ai rischi del gioco d’azzardo, indicando anche nel caso delle dipendenze patologiche i luoghi pubblici di assistenza e di aiuto a cui rivolgersi. Con la legge regionale i comuni siciliani potranno attivare, nell’autonomia che e’ propria, le misure idonee a fronteggiare il fenomeno come quello di stabilire le distanze dei centri di gioco dai luoghi sensibili come le scuole ed aumentare le iniziative di prevenzione del fenomeno nei luoghi pubblici frequentati da giovani e adulti. Sappiamo che il problema in maniera trasversale colpisce tutte le fasce sociali e le persone di ogni eta’. In particolare la campagna Mettiamoci in gioco sta lavorando con diversi progetti nelle scuole e in altri luoghi di aggregazione sociale. Giocare diventa ancora piu’ facile se pensiamo che lo si puo’ fare con gli smartphone e pc. Il lavoro da fare e’ ancora tanto perche’ il problema per certi versi e’ ancora sommerso anche sul piano della tracciabilita’ dei consumatori. Limitare e fronteggiare adeguatamente il fenomeno inciderebbe notevolmente in termini di risparmio anche sulla spesa sanitaria relativa ai trattamenti di chi ha questo tipo di patologia”. La Campagna Mettiamoci in gioco, nata nel 2012, chiede tra le sue azioni concrete: di dare ai sindaci e agli enti locali un potere di controllo sul fenomeno nel loro territorio; di limitare l’offerta del gioco d’azzardo riducendolo di almeno 1/3 nel territorio, intervenendo dove fosse necessario con prescrizioni restrittive; l’annullamento della pubblicita’ su tutte le piattaforme dando seguito a quanto stabilito dal decreto Balduzzi e dal recente decreto dignita’; la predisposizione da parte del Ministero della salute di concerto con il Miur di campagne di informazione e sensibilizzazione, in particolare nelle scuole, sui fattori di rischio connessi al gioco d’azzardo.

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