Mafia, 40 mln di beni sequestrati a Cappuccio su ordine della Procura Etnea: “E’ contiguo al clan Santapaola”

Beni per 40 milioni di euro sono stati sequestrati dallo Scico della Guardia di finanza su proposta della procura distrettuale di Catania a Roberto Cappuccio, 54 anni arrestato nell’operazione “Beta” per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, amministratore di fatto dell’Unigroup spa, impresa siracusana che distribuisce prodotti alimentari a bar, esercizi pubblici, ristoranti e grande distribuzione. In quell’indagine la procura di Messina aveva indicato Cappuccio tra i 30 destinatari di misure restrittive personali, indagati a vario titolo, per associazione mafiosa, estorsione, corruzione, trasferimento fraudolento di valori, turbata liberta’ degli incanti, esercizio abusivo dell’attivita’ di giochi e scommesse, riciclaggio e reati in materia di armi. Nel corso dello stesso contesto gli investigatori hanno accertato la sua contiguita’ al clan Santapaola-Ercolano in quanto imputato di tentata estorsione aggravata dalla finalita’ mafiosa assieme ad altre persone appartenenti a Cosa Nostra etnea che hanno operato nel territorio di Messina fino al settembre 2015.
Cappuccio e’ stato rinviato a giudizio per avere, nella qualità di socio della Cooperativa Italiana di Catering, preso parte a una serie di atti intimidatori, insieme ad altri affiliati, finalizzati al recupero crediti nei confronti di una societa’ commerciale fornitrice della stessa cooperativa. Successivamente il Tribunale del riesame di Messina ha rigettato la richiesta di scarcerazione di Cappuccio evidenziando nell’ordinanza come, anche sulla base di dichiarazioni di collaboratori di giustizia, avesse intessuto rapporti economici, gia’ negli anni Novanta, con esponenti del clan siracusano Bottaro-Attanasio.
Aveva infatti acquisito partecipazioni societarie insieme a un familiare di Ernando Di Paoladi, 52 anni, condannato per associazione mafiosa per la sua appartenenza al clan Bottaro-Attanasio per fatti commessi dal 1990 al 2002.
Cappuccio, dunque, si sarebbe avvalso del rapporto privilegiato con la criminalita’ organizzata di stampo mafioso per affermarsi nel mercato delle forniture alimentari. Il patrimonio sequestrato e’ costituito da 2 fabbricati (tra i quali una villa di 10 vani con piscina a Siracusa), 32 rapporti bancari, un bene mobile registrato (un’auto del valore commerciale di circa 50 mila euro), nonche’ le imprese:
Unigroup spa, con sede in Melilli, per il commercio all’ingrosso di generi alimentari, prodotti lattiero-caseari, bevande e bibite alcooliche ed analcooliche, prodotti surgelati, attiva dal 2004, ultimo fatturato dichiarato di 31 milioni di euro; Family group srl, con sede in Siracusa, per la somministrazione di alimenti e bevande, bar, attiva dal 2015, ultimo fatturato dichiarato di 891 mila euro; alla societa’ sono riconducibili, oltre al Resort Cala Petra, attività di ristorazione nei centri di Ortigia e Fontane Bianche; Be.ca. srl, con sede a Siracusa, per l’attivita’ di agenti e rappresentanti di altri prodotti alimentari, tabacco; attiva dal 1994, ultimo fatturato dichiarato 36 mila euro.

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